Perché dovremmo leggere ai nostri figli anche quando sanno già farlo da soli: la spiegazione dell’esperta

Per molti genitori leggere un libro ai propri figli prima di dormire è un rituale irrinunciabile, un momento di intimità e condivisione che spesso risveglia i ricordi dell’infanzia. Ma con il passare del tempo, e soprattutto quando i bambini iniziano a leggere da soli, questa abitudine tende a svanire. Alcuni adulti pensano che continuare a leggere ad alta voce possa ostacolare l’autonomia nella lettura o rendere i figli meno propensi a leggere per conto proprio. Eppure, come spiega la docente di Letteratura dell’Università della Tasmania Robyn Cox in un articolo pubblicato sul sito The Conversation, continuare a leggere ai bambini anche dopo che hanno imparato a farlo da soli può rivelarsi un gesto estremamente prezioso, con effetti duraturi sul loro sviluppo linguistico, cognitivo ed emotivo.
Oltre l’alfabeto: cosa significa davvero "saper leggere"
Per comprendereperché leggere ad alta voce resti importante anche dopo l’apprendimento della lettura, è utile distinguere due tipi di competenze coinvolte nel processo. Cox fa riferimento alla teoria che divide le abilità in "limitate" e "non limitate". Le prime – come riconoscere l’alfabeto o associare i suoni alle lettere – sono vincolate a uno specifico processo d'apprendimento e dopo avere acquisite, valgono per tutta la vita senza modificazioni: proprio come andare in bicicletta, non serve continuare a impararle. Le seconde invece, comprendono competenze come l'ampiezza vocabolario, la fluidità e la comprensione del testo, si possono sviluppare e potenziare lungo tutta la propria esistenza. E sono proprio queste le competenze che la lettura ad alta voce può rafforzare anche nei bambini più grandi.

Leggere insieme arricchisce il linguaggio e il pensiero
Quando un genitore legge ad alta voce un libro più complesso di quelli che il bambino può affrontare da solo, espone il figlio a una lingua più ricca, con strutture sintattiche e lessico più articolati. "È un vero superpotere dei genitori", sottolinea Cox: un modo per ampliare il lessico, migliorare la comprensione e stimolare il pensiero critico. Inoltre, la lettura condivisa diventa un’occasione per approfondire argomenti nuovi, affrontare emozioni, scoprire culture diverse. Non è solo un esercizio linguistico, ma un’esperienza cognitiva e affettiva.
Non solo romanzi: cosa leggere ai figli
Non è necessario affrontare un intero romanzo per ottenere questi benefici. L’importante è scegliere contenuti che piacciano a entrambi. Si può leggere una poesia, un articolo sportivo, una notizia interessante o anche una vecchia fiaba. Cox ricorda che anche rileggere i libri amati da più piccoli – magari dando voce ai personaggi con toni buffi e personalizzati – aiuta a migliorare la lettura espressiva (un'esperienza più immersiva e coinvolgente, poiché chi legge modula il proprio tono per dare maggiore realismo a ciò che viene raccontato) e la comprensione del discorso diretto. Anche i testi digitali, per quanto meno preferibili, sono comunque validi: l’importante è la qualità del tempo condiviso, non il formato.

Quanto spesso leggere? Meglio poco che nulla
Non esistono regole rigide. La vita familiare è frenetica e trovare il tempo non è sempre semplice. Ma anche solo pochi minuti di lettura insieme possono fare la differenza. "Non preoccupatevi della quantità – consiglia Cox – concentratevi sulla qualità e sul piacere". i può leggere la sera, nel weekend o ogni volta che si ha l’occasione. Se non è possibile farlo ogni giorno, si può coinvolgere un fratello maggiore, un nonno o un amico fidato. E non c’è un’età in cui smettere: se fa piacere a entrambi, si può continuare a leggere insieme anche quando i figli sono adolescenti – o addirittura adulti.
Leggere ad alta voce, insomma, non è solo un modo per trasmettere conoscenze, ma un atto di cura, un momento esclusivo che rafforza il legame tra genitori e figli. È una forma di presenza piena, di attenzione reciproca, che crea complicità e ricordi destinati a durare. Un dono quotidiano che arricchisce tanto i genitori quanto i loro figli.