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Usa, uccide l’uomo che aveva abusata della fidanzata: ora rischia l’ergastolo

Jace Crehan e la compagna Brittany Monk uccisero il molestatore di quest’ultima nel 2015. La vittima aveva abusato della figliastra quando aveva 4-12 anni. Ora lui rischia il carcere a vita, mentre lei quarant’anni di detenzione.
A cura di Redazione
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Jace Crehan e Brittany Monk.
Jace Crehan e Brittany Monk.

Ergastolo per lui, 40 anni di detenzione per lei; questa la richiesta dell'accusa per Jace Crehan, 23enne, e la compagna Brittany Monk, 20enne. I due, residenti in Louisiana, sono accusati dell'omicidio di Robert Noce Jr., compagno della madre di Brittany, che aveva molestato sessualmente nell'età compresa tra 4 ai 12 anni. L'uomo, riconosciuto colpevole, era stato condannato a cinque anni di libertà vigilata; una pena considerata troppo generosa dalla coppia, che così ha deciso di farsi giustizia da sé.

Quando Brittany è rimasta incinta del compagno Jace, è cresciuta la paura che l'ex della madre potesse tornare nella propria vita e che potesse molestarla. Timori condivisi con il compagno, che ha cominciato ad avere paura anche per la salute del figlio nel grembo di Brittany. Da qui l'idea criminale di uccidere Noce. I due avevano premeditato l'azione criminosa, intrufolandosi a luglio del 2015 nella roulette in cui alloggiava e vestendo guanti e cuffie che permettessero di non lasciare tracce. Andando via, però i due hanno gettato i guanti in un cassonetto non troppo lontano. Qui la polizia ha trovato tracce del Dna di Brittany.

Intervistato nel 2015, Jace ha spiegato di non essersi pentito, perché "la giustizia ha fallito. Adesso mi sento molto meglio. Non ho alcun rimpianto o rimorso e non posso dire di essere dispiaciuto per quello che ho fatto. Pensavamo sarebbe stato condannato ad almeno 10 anni per aver molestato quella bambina che lo chiamava papà, e invece ha ottenuto cinque anni di libertà vigilata". Franz Borghardt, legale della coppia, punta sull'involontarietà dell'omicidio: "Non volevano ucciderlo, ma lanciargli un messaggio affinché capisse che li doveva lasciare in pace. Poi hanno perso il controllo". In ogni caso l'investigatore Darwin Miller ha ricordato che "Non viviamo in un Paese in cui ci è permesso di farci giustizia da soli. Questa non è una tragedia shakespeariana. Questo non è un film di Hollywood. Questo è semplicemente un'omicidio".

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