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Usa, non solo le telefonate. Il Governo “spia” anche Facebook, Google e Skype

Lo scandalo in stile “Grande Fratello” di Orwell si allarga e rischia di travolgere l’amministrazione Obama, già attaccato duramente dal “New York Times”. Secondo il Washington Post, l’Intelligence avrebbe ottenuto l’accesso ai server di 9 colossi del web (anche la Microsoft e la Apple), controllando foto, video e contatti degli utenti.
A cura di Biagio Chiariello
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Non solo milioni di telefonate di cittadini, ma anche l’accesso ai server di giganti come Microsoft, Google, Facebook, Skype e Apple, per catturare foto, video e contatti controllando potenzialmente di seguire i movimenti degli americani. Lo scandalo in stile "Grande Fratello" di Orwell, rivelato ieri dal Guardian, si allarga: ne scrive il Washington Post parlando del programma Prism, nato nel 2007 e molto simile a quello "voluto dal presidente George W. Bush dopo gli attacchi dell’11 settembre”, che sarebbe tra le fonti primarie della Nsa, l'Agenzia per la Sicurezza Nazionale americana che "spierebbe" le utenze telefoniche dei clienti di Verizon, una delle maggiori compagnie telefoniche americane. Tra le altre società ci sono anche Yahoo!, PalTalk, Aol e YouTube.

Sarebbe stata la Microsoft la prima società ad aderire nel maggio del 2007 al programma Prism. Come spiega il Post, per ottenere l'immunità da possibili azioni legali, le aziende sono obbligate ad accettare una direttiva dal procuratore generale e dal direttore nazionale dell'intelligence che apre i propri server all'Fbi. In pratica, scrive il quotidiano della Capitale, le autorità americane hanno spazio di manovra "estraendo audio, video, fotografie, e-mail, documenti, password e username per continuare a tracciare nel tempo l'attività degli americani sulla rete". Non è certo un caso se Apple ha resistito per anni prima di cedere a Prism. In tal senso, Facebook, Apple e Yahoo! negano di aver fornito "accesso diretto" ai loro server ad agenzie governative, mentre Google si limita a comunicare "i dati al governo nel rispetto della legge".

 Lo scandalo delle telefonate spiate dalla NSA ora rischia di mettere in seria difficoltà l'amministrazione Obama. Il New York Times, ancora prima delle notizie sul programma Prism, attacca duramente il presidente americano: "L'amministrazione ha perso credibilità", afferma il quotidiano tradizionalmente vicino a Obama. Le telefonate spiate rappresentano un "abuso di potere che richiede serie spiegazioni" si legge nell'editoriale al vetriolo. Secondo il quotidiano della Grande Mela il governo USA avrebbe risposto "con le stesse banalità che ha usato ogni volta che il presidente Obama è stato sorpreso a eccedere nell'uso dei suoi poteri". Per adesso la Casa Bianca tace e si limita a difendere le pratica dell'Intelligence, come "strumento fondamentale per proteggere la nazione dalle minacce terroristiche". Sono le parole di un alto funzionario sotto anonimato.

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