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“Una donna ha ucciso Giovanni Falcone”, il suo dna sui reperti della strage di Capaci

Identificato su due guanti in lattice vicino al cratere provocato dall’esplosione in cui morirono Giovanni Falcone, sua moglie e la sua scorta. Su un altro reperto trovata l’impronta digitale di uno degli stragisti. La conferma del perito di genetica consultato dai pm di Caltanissetta che indagano sui fatti del ’92.
A cura di Biagio Chiariello
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C’è una nuova svolta nel caso della strage di Capaci del 23 maggio 1992, che costò la vita a Giovanni Falcone, alla moglie Francesca Morvillo e a tre agenti della scorta: nel commando degli attentatori ci sarebbe stata anche una donna. Su alcuni reperti recuperati dalla polizia scientifica nei pressi dell'autostrada A29, dove il giudice saltò in aria, sono state trovate tracce genetiche riconducibili a una persona di sesso femminile. I reperti sono il "4A" e il "4B" che corrispondono a un paio di guanti in lattice ritrovati a 63 metri dal cratere insieme ad una torcia e a un tubetto di mastice. Lo rende noto il quotidiano Repubblica, evidenziando come i reperti, già conservati in un armadio blindato, dentro due buste sigillate col timbro “Gabinetto regionale di polizia scientifica di Palermo”, sono stati affidati dalla Procura di Caltanissetta – che guida le indagini sulla strage – a uno dei maggiori esperti del settore, Nicoletta Resta, professore associato di Genetica medica dell’Università di Bari, che ha lavorato in parallelo ai poliziotti della Scientifica di Roma.

Dna femminile sul luogo della strage

Nel 1992 era impossibile rilevare le impronte digitali dai guanti di lattice: oggi, però la tecnologia permette di ricostruirle anche da una particella di impronta papillare. Dai guanti in lattice il perito ha estrapolato i codici genetici “di almeno altri tre individui dove però la componente femminile attribuibile a un o più soggetti di sesso femminile risulta essere maggiormente rappresentata”. Sulla pila della torcia si ritrova anche l'impronta digitale di uno degli stragisti di Cosa Nostra, Salvatore Biondo Per questo qualcuno ipotizza la possibile presenza di una coppia. I test hanno già escluso che i profili genetici appartengano a Giovanni Aiello, cioè Faccia da mostro, l’ex poliziotto sospettato di essere un killer al servizio di Cosa nostra, scomparso ad agosto. Escluso che le tracce di dna appartengano anche a una sua amica, tale Virginia: entrambi sono stati indagati nei mesi scorsi dalla procura di Catania per alcuni omicidi, ma il fascicolo è stato archiviato.

Una donna nelle stragi di Mafia

Non è la prima volta che si parla di una donna presente nella strage di Capaci. Già lo si ipotizzava nella relazione del segretario generale del Cesis, l'organismo di coordinamento dei servizi segreti, che risale alla stagione delle bombe mafiose del 1993, esplose fra Roma, Milano e Firenze. Nel rapporto del Cesis, si parla di identikit "ricostruiti dalle testimonianze, che riguardano due uomini e una donna". In particolare, “i testimoni hanno riferito di una donna bionda sui 25 anni e di un uomo sui trent'anni. Secondo un teste la donna poteva anche portare una parrucca ".

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