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Il mistero del giornalista Babchenko: È “morto”, ma si presenta in conferenza stampa

Il 41enne ha sempre criticato la politica del Cremlino condannando ad esempio la guerra in Siria, l’appoggio ai separatisti nell’Ucraina orientale ma anche l’annessione della Crimea. Si è trasferito da qualche mese a Kiev, proprio a causa delle continue minacce ricevute in patria. E proprio nella capitale ucraina è apparso durante la conferenza stampa sul suo “omicidio”.
A cura di Antonio Palma
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Nella serata di ieri era stata diffusa la notizia della sua morte. Ma il giornalista russo Arkady Babchenko, ferreo oppositore di Vladimir Putin e per questo da diversi mesi trasferitosi a Kiev, in Ucraina, è vivo e vegeto. Non ci sono dubbi: alla conferenza stampa prevista nella capitale ucraina in merito al suo omicidio si è presentato lo stesso cronista. Come riportano i media locali, la sua finta morte era parte di un‘operazione dei servizi segreti russi per sventare l'assassinio. Secondo quanto affermato dai servizi di sicurezza ucraini, "è stato scoperto un piano per assassinare Babchenko ed è stata presa la decisione di organizzare un'operazione speciale durante la quale siamo riusciti a  raccogliere prove inconfutabili dell'attività terroristica dei  servizi speciali russi nel territorio ucraino". Lo fanno sapere
i servizi ucraini (SBU) su Twitter.

L'operazione ha portato alla cattura di un uomo.  "Chiedo scusa a tutti, e a mia  moglie, per l'inferno che ha dovuto sostenere ma non c'era altra alternativa: ringrazio i servizi ucraini per avermi salvato la vita". Così il 41enne in conferenza stampa "L'operazione speciale è stata preparata per due mesi, io sono stato messo al
corrente un mese fa. Hanno lavorato come matti. Il risultato di questo lavoro si è trasformata in un'operazione che ha portato alla cattura di un uomo".

"Sono state raccolte prove evidenti – ha proseguito Babchenko – e la cosa più importante è che la mia vita è stata salvata e che sono stati sventati altri attentati più gravi, perché si stavano preparando ad azioni gravi.

"Mi hanno detto che c'era un ordine di uccidermi, sono stati pagati i soldi, 40mila dollari, un bel prezzo direi – continua il dissidente – mi hanno fatto vedere i documenti, il mio passaporto, la foto che c'è solo nel mio passaporto, quando l'ho fatto, e nell'ufficio che li rilascia, ed è stato chiaro che l'informazione arrivava dalla Russia, evidentemente dai servizi speciali".  "Mi hanno proposto di partecipare a questa operazione e io ho accettato, tanto sarebbe andata avanti lo stesso. Le pressioni
che sono state fatte oltre confine [sugli esecutori] sono state forti, hanno provato ad accelerare per far combaciare l'azione
con la finale di Champions, ho dovuto far finta di partire, i fatti di ieri sono stati solo una coincidenza… chi sperava che
i morissi fra poco possono continuare ad aspettare", ha aggiunto il reporter.

La notizia dell'omicidio

Fino a pochi istanti prima della conferenza stampa tutti avevano dato per certa la notizia della sua uccisione, avvenuta mentre tornava a casa. Il killer lo avrebbe raggiunto freddandolo con diversi colpi di arma da fuoco che lo hanno centrato alla schiena  sul pianerottolo di casa. Anche la polizia ucraina aveva confermato le voci sulla morte, avvenuta poco dopo in ambulanza durante il trasporto in ospedale. "Era nella sua casa nel distretto di Dniprovski. Sua moglie era in bagno e ha sentito un colpo molto forte. Quando è uscita, ha visto suo marito ricoperto di sangue", hanno spiegato gli inquirenti locali. "È stato colpito tre volte alla schiena sulle scale del suo edificio al ritorno da un negozio", hanno confermato anche i colleghi

"Si è trattato di un lavoro da professionisti", ha sottolineato il capo della polizia di Kiev, Andriy Kryshenko, che ha subito collegato l'assassinio di Babchenko all'attività giornalistica e alle sue posizioni molto critiche verso il Cremlino. Del resto prima di trasferirsi nel Paese, il 41enne aveva subito pesantissime minacce di morte in patria per alcuni suoi articoli. “È opinione comune che sia una buona idea che io viva fuori dal mio Paese per un po'", scrisse su Facebook nel febbraio del 2017, allontanandosi prima a Praga e poi stabilendosi nella capitale ucraina dove aveva cominciato a lavorare anche per una rete televisiva.

Chi è Arkady Babchenko

Arkady Babchenko è un ex militare che si era arruolato nell'esercito russo durante la prima guerra separatista in Cecenia negli anni '90, in seguito però era diventato giornalista e fortemente critico nei confronti delle politiche del Cremlino soprattutto in politica estera. Aveva condannato fermamente l'intervento militare russo in Siria e l'appoggio ai separatisti nell'Ucraina orientale ma anche l’annessione della Crimea. Posizioni che avevano scatenato un campagna di odio contro di lui  e le pesanti minacce anche se non era stato mai attaccato pubblicamente da esponenti del governo di Mosca.

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