Trump non potrà impedire ai trans di arruolarsi nei Marines. Lo dice un giudice

Il presidente statunitense Donald Trump non ha né il potere né la facoltà di modificare la politica del governo sul servizio militare delle persone transgender. A decretarlo è stata la Corte Federale di Washington, bocciando una proposta avanzata dal capo della Casa Bianca la scorsa estate. A luglio, infatti, il "comandante in capo" delle forze armate USA aveva annunciato in un documento ufficiale la propria intenzione di cancellare l'attuale politica di apertura ai transessuali, stabilita dal suo predecessore Barack Obama pochi mesi prima di terminare il suo secondo e ultimo mandato. La decisione della giudice distrettuale Colleen Kollar-Kotelly ha tuttavia bloccato le intenzioni presidenziali. A settembre un gruppo di militari transessuali aveva chiesto alla Corte di opporsi al divieto previsto, in quanto tale manovra avrebbe violato i loro diritti costituzionali. Nel motivare la sua decisione, la giudice ha spiegato che i ricorrenti avevano pieno diritto ad un'azione di ingiunzione che avrebbe di fatto impedito l'esecuzione del divieto fino alla risoluzione del caso.

Nell'esercito USA operano 15mila soldati trans

Secondo il National center for transgender equality, tra le forze armate del più potente e armato esercito del mondo sarebbero presenti circa 134mila veterani transgender e oltre 15mila sarebbero attualmente in servizio. Con le regole imposte dall'amministrazione di Barack Obama, l'esercito avrebbe coperto i costi medici della transizione per le persone già in servizio e le nuove reclute sarebbero state ammesse 18 mesi dopo la fine della loro transizione. Un dossier della Rand corporation ha rivelato che le transizioni costerebbero tra i 2 e i 4 milioni di dollari all'anno. Ogni anno il Pentagono spende circa 6 miliardi di dollari in spese mediche per i membri attivi delle forze armate.