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Trump: “Decreto non è contro i musulmani”. Obama: “Rincuorato da risposta del Paese”

Mentre continua l’ondata di proteste in tutti gli Usa, Trump fa parziale marcia indietro: ” Rilasceremo nuovamente i visti a tutti i Paesi una volta che avremo rivisto e completato politiche più sicure nei prossimi 90 giorni”
A cura di Antonio Palma
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Non si arresta l'ondata di proteste in corso negli Stati Uniti contro la nuova politica sull'immigrazione imposta dal neo Presidente Donald Trump che prevede il blocco per tre mesi degli arrivi da sette paesi a maggioranza islamica e per quattro mesi del programma dei rifugiati. Dopo i cortei e le manifestazioni di piazza, le critiche degli avversari politici e anche di molti Paesi Europei, contro Trump si sono schierati nelle ultime ore anche i procuratori generali di 15 stati e quello della capitale Washington. Con una dichiarazione congiunta, i procuratori hanno bollato come incostituzionale il divieto imposto  dal presidente statunitense contro i viaggiatori provenienti da sette Paesi a maggioranza islamica ricordando che la libertà religiosa è un principio fondamentale del Paese.

I Procuratori, auspicando che l'ordine esecutivo di Trump sia ritirato al più presto, si sono impegnanti anche a garantire in questa fare che il minor numero possibile di persone soffrano per questa situazione. La presa di posizione arriva dopo  una serie di ricorsi legali contro la decisione di Trump che ha già portato un giudice federale di New York a emettere un'ordinanza che interrompe  temporaneamente  l'esecuzione del decreto presidenziale contro gli immigrati dei 7 paesi coinvolti (Iran, Iraq, Libia, Somalia, Sudan, Siria e Yemen).

Una situazione che sembra aver avuto i primi effetti su Trump visto che il Presidente Usa in serata ha emesso un comunicato di chiarimento ricordando che il suo ordine esecutivo "non è un bando ai musulmani", perché "ci sono altri 40 Paesi nel mondo a maggioranza islamica che non sono interessati dal provvedimento", e che ad ogni modo gli Usa rilasceranno nuovamente i visti dopo aver rivisto e rafforzato il sistema dei controlli, come previsto dalle sue disposizioni.

"Per essere chiari, questo non è un bando ai musulmani, come i media riportano falsamente", ha sostenuto Trump, aggiungendo: "Non ha a che fare con la religione, ma con il terrore e il mantenimento della sicurezza del nostro Paese. Rilasceremo nuovamente i visti a tutti i Paesi una volta che avremo rivisto e completato politiche più sicure nei prossimi 90 giorni". "L'America è una nazione orgogliosa dei suoi immigrati e continuerà a mostrare compassione nei confronti delle vittime dell'oppressione. Ma lo farà proteggendo al momento stesso i propri cittadini ed i propri confini. L'America è sempre stata la terra dei liberi e la casa dei coraggiosi"ha concluso Trump.

Nel corso della mattinata, però, arriva la secca replica dell'Organizzazione delle Nazioni Unite, che condanna duramente il "Muslim ban" emanato da Donald Trump lo scorso 28 gennaio sostenendo si tratti di un provvedimento "illegale e meschino": "La discriminazione sulla base della nazionalità è vietata dalle leggi sui diritti dell’uomo e il bando americano è una cosa meschina nonché uno spreco di risorse che potrebbero essere destinate alla lotta contro il terrorismo", ha dichiarato il capo della commissione Onu per la tutela dei diritti dell’uomo, Zeid bin Ra’ad Zeid al-Hussein.

Anche Barack Obama si è pronunciato contro il provvedimento di Donald Trump. I media americani hanno riportato una dichiarazione del suo portavoce, Kevin Lewis, secondo cui l'ex presidente Usa è "rincuorato" dalla risposta del paese al Muslim Ban ma che è "in disaccordo" con il concetto di discriminazione su base religiosa. In gioco, secondo Obama, ci sono "i valori americani".

Nonostante le varie accuse e prese di posizione, Trump prosegue dritto per la sua strada difendendo l'ordine esecutivo e sostenendo che "i problemi agli aeroporti sono stati causati dal blocco dei computer Delta, dai manifestanti e dalle lacrime del senatore Schumer. Il segretario Kelly dice che tutto sta andando bene con pochissimi problemi. Rendiamo l'America sicura di nuovo".

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