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Trump approva una nuova strategia contro l’Iran: “Fermiamo aggressione e sostegno a terrorismo”

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha approvato una nuova e più dura strategia nei confronti dell’Iran. L’obiettivo è quello di “contenere la sua aggressione, specialmente il suo sostegno al terrorismo”. Trump si appella al “mondo intero per unirsi a noi nel chiedere che il governo iraniano metta fine al suo perseguimento di morte e distruzione”.
A cura di Stefano Rizzuti
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È l’ora per il mondo intero di unirsi a noi nel chiedere che il governo iraniano metta fine al suo perseguimento di morte e distruzione”: l’appello del presidente degli Stati Uniti Donald Trump arriva insieme all’approvazione di una nuova e ampia strategia per l’Iran, presa “in consultazione con il suo team per la sicurezza nazionale”. Così Trump ha introdotto la nuova politica nei confronti del paese iraniano: frasi che lasciano pensare che non ci si limiti alla desertificazione dell’accordo nucleare con l’obiettivo di “proteggere maggiormente la sicurezza dell’America”.

La nuova strategia approvata dall’amministrazione statunitense prevede di negare a Teheran “ogni via per l’arma nucleare”, contrastando l’utilizzo di missili balistici e altre armi asimmetriche, neutralizzando “la sua influenza destabilizzante nella regione” e provando a “contenere la sua aggressione, specialmente il suo sostegno al terrorismo e ai militanti”. La Casa Bianca punta a sottolineare un punto: questa amministrazione “non ripeterà gli errori di Obama”, concentrandosi non solo sulle minacce nucleari ma anche su tutte quelle riguardanti quelle che gli Stati Uniti definiscono “attività maligne del governo iraniano”.

La volontà degli Stati Uniti è quella di “riunire la comunità internazionale per condannare le evidenti violazioni dei diritti umani e l’ingiusta detenzione di cittadini americani di altri stranieri con accuse pretestuose”. Nel mirino dell’amministrazione Usa ci sono anche il sostegno di Teheran al regime siriano di Assad, l’ostilità verso Israele e la presunta minaccia alla libertà di navigazione.

L’Iran annuncia risposte appropriate

Teheran annuncia di essere pronta a prendere “misure appropriate” per far fronte a qualsiasi cambiamento avvenga nelle posizioni degli Stati Uniti in merito all’accordo nucleare siglato nell’estate del 2015. Il presidente del Parlamento iraniano Ali Larijani ha aggiunto: “L’Iran ha programmato tutte le variabili riguardo ciò che potrebbe accadere all’accordo nucleare. Tra i responsabili iraniani non c’è alcuna preoccupazione, abbiamo approntato misure appropriate per far fronte a qualsiasi eventualità”.

Secondo Larijani, in caso di abbandono dell’accordo nucleare da parte degli Stati Uniti, è possibile che anche Teheran prenda la stessa decisione, definita come “una possibilità” da non escludere. Il portavoce del presidente russo Vladimir Putin, Dmitry Peskov, ha sottolineato che in caso di ritiro degli Stati Uniti dall’accordo si “danneggerà l’atmosfera di prevedibilità, sicurezza e stabilità in tutto il mondo”, con il rischio che anche l’Iran decida di lasciare l’accordo siglato due anni fa.

Come funziona l’accordo per gli Usa

In seguito all’accordo sul nucleare stretto con l’Iran, il Congresso richiede al presidente degli Stati Uniti di “certificare” ogni tre mesi che Teheran stia mantenendo i patti previsti dalla firma avvenuta nel 2015. Trump, dal momento del suo insediamento, ha già presentato questa sorta di certificazione due volte e si è dato come limite massimo di tempo domenica per fornire il suo ultimo report. In caso di parere negativo, il Congresso avrebbe 60 giorni per decidere se uscire dall’accordo nucleare. Trump, in passato e specie in campagna elettorale, aveva definito l’accordo come “il peggiore mai negoziato”.

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