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Treno Spagna, il controllore al telefono col macchinista: “Non mi sento colpevole”

Il macchinista del treno deragliato vicino Santiago de Compostela era a telefono con un controllore nei momenti in cui si verificava il terribile l’incidente. Il controllore, ascoltato come testimone, ha affermato che mai si è considerato colpevole.
A cura di Susanna Picone
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Il controllore del treno deragliato lo scorso 24 luglio nei pressi di Santiago de Compostela in Spagna ha detto di non essersi sentito in nessun momento colpevole di quanto accaduto. L’uomo, nei momenti immediatamente precedenti alla sciagura ferroviaria costata la vita a 79 persone, era al telefono con il macchinista. A quanto pare gli stava dando delle indicazioni sul tragitto da seguire per arrivare alla destinazione finale. Oggi l’uomo è stato per questo ascoltato, in qualità di testimone, dal giudice Luis
Alaez che indaga sul drammatico incidente. Ai giornalisti, mentre arrivava al tribunale spagnolo, il controllore ha affermato che, appunto, in nessun momento si è considerato colpevole: “L’ho già detto, il mio cellulare era nella mia tasca quando il treno è deragliato”. Poi ha aggiunto di sentirsi molto bene fisicamente ma provato psicologicamente. Quando è venuta fuori la notizia che il macchinista del treno era a telefono con il controllore, il giudice ha deciso di ascoltarlo ritenendo però che il fatto di aver telefonato poco prima dell’incidente “non fosse sufficiente per accusarlo di imperizia di natura penale”.

Il macchinista interrogato martedì scorso – Il giudice ha fatto sapere, infatti, che consultare il conducente per sapere se il treno potesse circolare su un percorso in particolare è “qualcosa di normale e non è la causa del deragliamento”. Intanto, Francisco Josè Garzon Amo, il macchinista del treno, è stato interrogato martedì scorso dal giudice e ha confermato di aver ricevuto una telefonata dal controllore ma di aver riagganciato qualche secondo prima dell’incidente.“Perché non ha ridotto la velocità?” – ha chiesto il giudice a Francisco Josè Garzon Amo nel corso dell’interrogatorio e lui ha risposto di non poter dare una spiegazione: “Non riesco a trovarne alcuna. Non riesco ancora a capire perché non sia riuscito a rendermi conto. Non so cosa sia successo, mi lasci dire che non sono pazzo abbastanza da non cercare di fermare il treno”.

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