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Torino, mamma di 45 anni morta in ospedale: “Ambulanza senza lampeggianti né barella”

Secondo i familiari di Laura Lorena Rapelli, l’ambulanza che l’ha soccorsa è arrivata con grave ritardo, senza lampeggianti accesi né barella. Dal 118 però si difendono: “Intervento compatibile con un codice verde, e la barella non serviva”.
A cura di Davide Falcioni
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Per la morte di Laura Lorena Rapelli, 45enne deceduta in seguito a un malore lo scorso 4 gennaio, sono stati iscritti nel registro degli indagati due operatori sanitari del 118 e un medico del pronto soccorso dell'ospedale Martini di Torino. Nei loro confronti l'accusa è quella di omicidio colposo.

Per la famiglia della vittima, assistita dall'avvocato  Francesco Maria Romeo, le inefficienze dei soccorritori sarebbero state decisive e forse fatali. Intervistati da Repubblica hanno dichiarato: "Dalla prima chiamata a quando è arrivata in ospedale è passata un'ora e un quarto. Non hanno nemmeno messo i lampeggianti: ci abbiamo impiegato di meno noi in taxi". Alla centrale operativa sarebbe stata descritta perfettamente la condizione di Laura Lorena Rapelli, che aveva gravissime difficoltà respiratorie. Ciononostante l'ambulanza che è giunta a soccorrerla si sarebbe presentata sprovvista di barella, ma solo con una sedia a rotelle. La quarantacinquenne, sempre secondo i familiari, avrebbe raggiunto l'ospedale alle 10 e 55, cioè un'ora e un quarto dopo l'arrivo dei sanitari nella sua abitazione. Rapelli è deceduta circa un'ora più tardi per un'embolia polmonare. Dopo la denuncia ai carabinieri da parte della famiglia, la procura di Torino ha aperto un'inchiesta. "Questa signora – secondo l'avvocato Romeo – è sempre stata bene. Aveva avuto giusto un'influenza la settimana prima, ma nulla che lasciasse presagire un epilogo così tragico. Lascia quattro figli e il compagno che ora vogliono sapere che cosa sia successo. Dal nostro punto di vista, evitando i ritardi e compiendo le corrette manovre, si sarebbe potuto salvarla con tranquillità".

Non si è fatta attendere la replica del 118: "I tempi dell'intervento del 118, di cui non si possono dare i dettagli perché è in corso un'indagine della procura, sono compatibili con un codice verde, che è stato assegnato alla paziente, sia in entrata, in uscita, che in chiusura. La prima telefonata al 112, il numero unico per le emergenze, è stata fatta da una persona che in quel momento non si trovava davanti alla paziente. Solo la seconda chiamata, eseguita questa volta da una persona vicina alla paziente da soccorrere, ha fornito un quadro clinico più preciso. L'infermiera al telefono è comunque riuscita a parlare con la donna che in quel momento risultava cosciente anche se non riusciva a respirare bene. E' stato quindi confermato il codice verde assegnato in precedenza e l'ambulanza è arrivata con i tempi compatibili appunto con un codice verde. Il fatto che sia stata caricata su una sedia a rotelle è stata una scelta, data la sintomatologia che la signora presentava: un paziente vigile e cosciente, se sdraiato, tende a peggiorare. Anche in pronto soccorso è arrivata con un codice verde".

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