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“Ti accompagniamo a casa”, poi lo stupro del branco: in tre condannati a sei anni

La donna si sentiva male dopo una serata in discoteca e si era fidata di loro, poi la violenza di gruppo improvvisa in una zona appartata. Fondamentale per identificare i colpevoli un controllo casuale ad un posto di blocco prima dello stupro durante il quale la vittima 25enne non aveva segnalato alcuna situazione di allarme.
A cura di Antonio Palma
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Approfittando del suo malore per aver  bevuto un secondo drink alcolico durante una serata in discoteca, avevano finto di essere gentili offrendosi di riaccompagnarla a casa ma appena la ragazza è salita in macchina il branco è entrato in azione e l'ha brutalmente violentata. I tre uomini, che erano stati arrestati dopo i fatti da carabinieri del comando provinciale di Catania, sono stati ora condannati in primo grado dal Giudice per le udienze preliminari del tribunale etneo Sebastiano Fabio Di Giacomo Barbagallo. Al termine del processo con rito abbreviato, il Gup ha emesso nei loro confronti una sentenza di condanna stabilendo una pena di sei anni di reclusione ciascuno per violenza sessuale nei confronti di una ragazza di 25 anni. Una pena più lieve rispetto a quella chiesta dall'accusa, sostenuta dal pm Santo Di Stefano, che aveva sollecitato otto anni di reclusione per ciascuno di loro

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, i tre, un 37enne, un 35enne e un 24enne, sapevano che la giovane stava male e per questo ne avrebbero approfittato. in particolare uno di loro l'avrebbe avvicinata facendo amicizia e rassicurandola: "Non ti preoccupare, ti accompagno io…". La ragazza si era fidata anche quando in macchina era saliti i due amici dell'uomo. A riprova di questo il fatto che i tre erano stati fermati e registrati  prima della violenza a un posto di blocco delle forze dell'ordine durante un controllo della loro auto ma la 25enne, che si trovava a bordo, non aveva  segnalato alcuna situazione di allarme agli agenti perché in quel momento si sentiva ancora sicura.

Poco dopo però è scatta la violenza. Invece di portarla  a casa, i tre si sono nascosti in una zona isolata, accanto a un cimitero di un paesino etneo, e qui, secondo l'accusa, hanno abusato per ore di lei dentro l'auto prima di abbandonarla sul posto. È stata la vittima, soccorsa da un passante che l'ha portata alla locale stazione dei carabinieri, a fornire le indicazioni necessarie alla identificazione dei tre e al successivo fermo del branco eseguito da militari dell'Arma su disposizione della Procura di Catania. Fondamentale per risalire ai tre, che la donna non conosceva, è stata proprio la registrazione  casuale dei loro documenti da parte dei carabinieri al posto di blocco. I tre sono stati anche condannati al pagamento delle spese legali e al risarcimento della vittima con una provvisionale da 50 mila euro.

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