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Thyssen, manager tedeschi potrebbero evitare il carcere: “Sentenza italiana non applicabile”

I legali dei due alti dirigenti tedeschi del gruppo, l’amministratore delegato delle acciaierie Harald Espenhahn e il consigliere Gerald Priegnitz, hanno chiesto di archiviare la richiesta italiana di arresto per dei difetti nelle indagini. Se accolta, l’istanza getterà un colpo di spugna sula lunga vicenda giudiziaria del rogo Thyssen di Terni in cui morirono 7 operai.
A cura di Antonio Palma
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Dopo anni di battaglie legali per accertare la verità e una sentenza di condanna definitiva, potrebbe finire con un colpo di spugna dal sapore decisamente amaro la vicenda giudiziaria del rogo Thyssen in cui morirono 7 operai. Il tribunale di Essen chiamato a decidere sull’arresto di due alti dirigenti del gruppo, l'amministratore delegato delle acciaierie Harald Espenhahn e il consigliere Gerald Priegnitz, infatti potrebbe archiviare la richiesta avanzata dall'Italia  lasciando a piede libero i due, condannati dai giudici italiani rispettivamente a 9 anni e 8 mesi a 6 anni e 10 mesi di reclusione. La richiesta di archiviazione è stata presentata dagli avvocati dei due manager che puntano a evitare il carcere sostenendo che “la sentenza Thyssen emessa in Italia non è eseguibile in Germania".

Secondi legali della difesa, infatti, il procedimento in Italia era imperfetto e non è stato eseguito correttamente. A rivelarlo a Le Iene è stato uno dei giudici chiamato a decidere sul caso, Johannes Hidding. “L’anno scorso, nel dicembre 2018 poco prima di Natale, una mozione presentata dalla difesa dei due condannati ha chiesto di archiviare tutto per dei difetti nelle indagini italiane” ha spiegato il giudice. Una notizia che ha riacceso di nuovo la rabbia dei sopravvissuti e del famiglie delle vittime di quella terribile notte tra il 5 e il 6 dicembre 2007.

I parenti delle vittime del rogo Thysses infatti da anni ormai chiedono che anche i due manager tedeschi scontino la pena come stanno facendo quelli italiani. Per questo di recente si erano rivolti anche al ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, che li aveva ricevuti al Dicastero assicurando loro di aver avuto un incontro positivo con la ministra della giustizia tedesca su questo argomento. Ora arriva la notizia che tutto potrebbe andare a monte. "La decisione finale potrebbe avere due diversi scenari: da una parte è possibile che la sentenza italiana sia ritenuta non eseguibile e quindi lasciare liberi i due imputati, dall'altra confermarla e condannare i due imputati" ha spiegato il giudice tedesco, concludendo: "Se la sentenza è legittima non ci saranno più discussioni Tra un paio di settimane, massimo un mese, si dovrebbe arrivare a una decisione definitiva".

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