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Sudan, Meriam torna libera: era stata condannata a morte per apostasia

Un tribunale d’Appello ha disposto la scarcerazione della donna e annullato la condanna a morte per apostasia, in seguito alla conversione al cristianesimo. Lo scorso maggio, Meriam Yehya Ibrahim ha dato alla luce in carcere la figlia Maya.
A cura di Susanna Picone
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Meriam Yehya Ibrahim, la donna sudanese che era stata condannata a morte per apostasia da un tribunale islamico, è di nuovo libera. Un tribunale d’Appello sudanese ha annullato la sentenza di condanna a morte e ha ordinato il suo rilascio. La notizia, diffusa inizialmente dai media di Khartoum, è stata confermata anche dall'associazione Italia for Darfur. “Meriam è stata liberata”, recita così anche un tweet della presidente di Italia for Darfur Antonella Napoli. Ed è una notizia, questa della liberazione della 27enne cristiana, che ha colto di sorpresa gli stessi legali della donna: “Stiamo andando in carcere a conoscere maggiori dettagli – così uno di loro al Telegraph -. Abbiamo appreso tutto dalla radio di stato, speriamo che le cose stiano realmente così”. Meriam Yahya Ibrahim era stata condannata a morte per impiccagione da un tribunale di Khartum con l’accusa di apostasia: la 27enne sudanese, sposata con Daniel Wani, un americano di fede cristiana, e già madre di un bambino, era stata arrestata a febbraio e in carcere lo scorso 27 maggio ha partorito un secondo figlio, la piccola Maya.

Meriam condannata a morte in Sudan perché cristiana

I giudici sudanesi avevano stabilito che la donna dovesse subire anche cento frustate per aver commesso adulterio, visto che il suo matrimonio con un uomo cristiano non è riconosciuto valido in base alla sharia. Le avevano dato tre giorni per rinunciare alla fede cristiana ma lei aveva confermato di non aver mai commesso apostasia. In base alla sharia, una donna musulmana non può sposare un uomo di un'altra fede e i figli nati dalla loro unione sono considerati illegittimi e frutto di adulterio. Per salvare la giovane è stata lanciata una campagna internazionale, alla quale ha contribuito, tra gli altri, l'ong Italians For Darfur. Nelle ultime settimane si erano rincorse più notizie in merito al possibile rilascio di Meriam che recentemente era stata liberata dalle catene per ordine dei medici. Per la Commissione diritti umani del Sudan “la condanna a morte per apostasia di Meriam in Sudan è incostituzionale: l'articolo 38 della Sudan Transitional Constitution del 2005 prevede la libertà di culto per tutti i cittadini”.

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