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FuoriSalone: l’innovazione e l’energia che fanno bene

In un periodo dove tutto scorre veloce la ricerca della felicità che nasce dalle cose semplici, dalla cura e dall’attenzione è diventata indispensabile. Non si tratta di un semplice ritorno all’essenziale, ma di guardare ciò che conosciamo con uno sguardo nuovo e inaspettato. All’Orto Botanico di Brera, in occasione del FuoriSalone di Milano, dal 15 al 25 aprile sarà visitabile “sunRICE – La ricetta della felicità”. Un progetto di Eni in collaborazione con Niko Romito. L’installazione è progettata da CRA – Carlo Ratti Associati e Italo Rota, il cui contributo rimarrà indelebile.
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A cura di Ciaopeople Studios
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Parte tutto da un chicco di riso, simbolo dell’economia del Novecento, per mostrare in un percorso a tappe l’importanza delle competenze e della formazione, la sostenibilità e l’economia circolare-

La ricetta della felicità: un nuovo modo di guardare le cose semplici

La ricetta della felicità e del benessere è diventata un’urgenza e una priorità di fronte all’accelerazione che la tecnologia e la scienza stanno proponendo al mondo. La velocità, di per sé, non rappresenta una negatività: è il modo in cui conosciamo e ci approcciamo al mondo, ma è anche ciò che permette agli abitanti del terzo millennio di dare più rilievo al tempo e alle cose importanti. Quelle piccole, quelle insolite, quelle essenziali e inaspettate. Proprio con questo intento è nato “sunRICE – La ricetta della felicità”, un progetto visibile solo dal 15 al 25 aprile, nell'ambito della mostra INTERNI Cross Vision; in occasione del FuoriSalone di Milano presso l’Orto Botanico di Brera, una location unica e perfetta per la pluralità di sollecitazioni che il tema vuole sollevare. Si parte da un semplice chicco di riso, simbolo dell’economia del Novecento, per mostrare in un percorso a tappe l’importanza delle competenze e della formazione, la sostenibilità e il benessere.

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A Brera un’installazione innovativa

Come può questo progetto parlare di tutti questi temi? Dietro a “sunRICE – La ricetta della felicità”, troviamo le eccellenze del nostro Paese poiché è nato dalla collaborazione tra Eni e il noto chef Niko Romito e presenta l’installazione progettata da CRA – Carlo Ratti Associati e Italo Rota, l’archistar mancato all’inizio di aprile lasciando un segno profondo nel campo dell’architettura e del design e che ha voluto coniugare il rispetto del pianeta e le nuove frontiere come l’Intelligenza Artificiale. Il chicco di riso nasce da una pianta e diventa alimento che viene trasformato in energia dall’uomo per poter continuare a vivere, ma si presta a continuare il suo ciclo di trasformazioni ininterrottamente, divenendo metafora della circolarità. Per fare esperienza di questa energia in trasformazione, che porta benessere all’uomo e al pianeta, basta entrare nella sacralità dell’Orto Botanico di Brera e guardare con occhi nuovi “le piccole cose che cambiano il mondo”.

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Il viaggio di un chicco di riso, energia per l’uomo e per il mondo

Si entra nell’Orto Botanico e ci si trova di fronte al riso nella sua forma più conosciuta, la pianta, con la spiegazione del concept dell’installazione, ossia l’utilizzo circolare del cibo. Subito dopo si riflette sul sapore e sull’uso innovativo dell’ingrediente grazie all’apporto di Niko Romito che ha creato per sunRICE un biscotto che raccoglie i sapori del nord e del sud Italia – l’ingrediente principale è, infatti, la farina di riso mixata alla salvia, al rosmarino e al finocchietto – regalando un vero assaggio di felicità prima ancora di averne morso un pezzo (si potrà assaggiare il biscotto nell’area relax).Poi ci si immerge nella vera e propria installazione, realizzata dal un materiale edile ottenuto dalla lavorazione degli scarti del riso, studiato e proposto dalla società Ricehouse (che fa parte dell’ecosistema di sviluppo imprenditoriale di Joule, la scuola di Eni per l’impresa). Start up e innovazione sono il leit motiv che percorre questo progetto: qui si tocca il senso della formazione continua, dell’apprendimento di nuove competenze in questo tempo “velocissimo”, cosa che preme soprattutto a Eni, promotore del progetto. Ultima esperienza da fare in questo percorso è quella del riciclo, del riutilizzo e dell’economia circolare: una volta dismessa infatti, l’installazione sarà recuperata diventando pacciamatura da reimmettere nei terreni per nuove coltivazioni.

Contenuto pubblicitario a cura di Ciaopeople Studios.
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