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Studente viene bocciato nonostante sia dislessico: il Tar annulla la decisione

Uno studente piemontese con discalculia è stato bocciato per le sue difficoltà in matematica: l’insegnante, però, non aveva messo in campo sistemi didattici alternativi previsti per ragazzi con disturbi dell’apprendimento.
A cura di Davide Falcioni
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Il voto insufficiente in matematica non va inserito in pagella qualora lo studente sia discalculico (disturbo specifico dell’apprendimento che rende difficicoltoso fare calcoli) e qualora l'insegnante non abbia messo in campo tutte le facilitazioni previste dalla legge nello svolgimento dei compiti in classe. A stabilirlo un'importante sentenza del Tar del Piemonte di cui dà notizia Repubblica: i giudici hanno stabilito che – qualora non siano state messe in campo agevolazioni e strumenti didattici di supporto a uno studente con tale disturbo dell'apprendimento – l'insegnante di matematica non potrà votare in consiglio di classe sulla bocciatura, poiché non ha ottemperato all’obbligo di preparare test ad hoc che tengano conto della difficoltà dell'alunno. Nel caso il docente abbia già votato, il suo parere non deve essere tenuto in considerazione, mentre il consiglio di classe dovrà riunirsi di nuovo e decidere escludendo il voto di matematica.

A interpellare il Tribunale Amministrativo Regionale del Piemonte sono stati il padre e la madre di uno studente con un disturbo specifico dell’apprendimento ( Dsa), che i professori di un liceo scientifico della Val di Susa avevano bocciato al terzo anno. La decisione degli insegnanti è stata però annullata dal Tar "rilevando, a un primo esame, profili di parziale fondatezza del ricorso con particolare riferimento alla disciplina matematica, rispetto alla quale sembrerebbero trovare fondamento le censure dedotte dal ricorrente in ordine alla mancata integrale applicazione delle misure di ausilio previste dal Piano Didattico Personalizzato".

Lo studente aveva riportati insufficienze anche in altre materie (inglese, latino e scienze naturali) ma il voto decisivo era quello del professore di matematica, che aveva deciso di non ammetterlo al quarto anno. Quell'insegnante, tuttavia, non aveva osservato l’obbligo, introdotto per legge nel 2010, di elaborare per gli studenti con disturbi dell’apprendimento (dislessia, cioè difficoltà a leggere un testo, discaculia, disgrafia, difficoltà a scrivere) il piano didattico personalizzato. Per la sua materia avrebbe dovuto impartire compiti in classe con meno esercizi e consentire allo studente di consultare le formule e utilizzare la calcolatrice.

Così non è stato. Giorgio Bracesco, presidente della sezione torinese dell’associazione italiana dislessia, ha quindi commentato: "Purtroppo sono ancora molti gli insegnanti totalmente disinformati sui disturbi dell’apprendimento. Un ragazzo dislessico è come un ragazzo con gli occhi azzurri, non c’è modo di fargli cambiare colore. Bisogna accettare che la sua mente compia un percorso alternativo".

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