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Strage di Ustica

Strage di Ustica, militare Usa rivela: “Quella sera noi abbiamo abbattuto due Mig libici”

Per la prima volta un ex militare Usa rivela che la sera in cui il Dc-9 Itavia esplose in volo uccidendo 81 persone nel Mediterraneo, vi erano anche caccia statunitensi che, appoggiati da francesi e inglesi, avrebbero abbattuto mig libici.
A cura di Antonio Palma
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Dopo decenni di reticenze, insabbiamenti e depistaggi sia da parte italiana che della Nato, per la prima volta un militare statunitense conferma che sui cieli di Ustica quella sera in cui il Dc-9 Itavia esplose in volo uccidendo 81 persone vi è stata una vera e propria guerra tra caccia. A parlare è Brian Sandlin, all’epoca marinaio sulla portaerei Saratoga che pattugliava nel Mediterraneo, intervistato nella trasmissione tv  Atlantide su La7. Lo scrive il Corriere della Sera. Secondo l'uomo, la sera del 27 giugno 1980 lui ha assistito personalmente al rientro di due aerei Usa da una missione speciale scarichi e senza più missili. "Quella sera ci hanno detto che avevamo abbattuto due Mig libici. Era quella la ragione per cui siamo salpati: mettere alla prova la Libia" ha raccontato l’ex marinaio.

Una testimonianze che conferma quanto già emerso durante il complicatissimo processo sulla strage di Ustica, terminato senza colpevoli, e cioè che Il Dc-9 si ritornò suo malgrado al centro di una battaglia aerea sui cieli italiani tra caccia occidentali e mig libici. Per la prima volta dunque si conferma la presenza di caccia statunitensi oltre a quelli francesi e inglesi nel Mediterraneo. "Eravamo coinvolti in un’operazione Nato e affiancati da una portaerei britannica e da una francese", ha aggiunto infatti Sandlin, rivelando: "Il capitano Flatley  ci informò che durante le nostre operazioni di volo due Mig libici ci erano venuti incontro in assetto aggressivo e avevamo dovuto abbatterli".

L'ex marinaio Usa va oltre e ricorda anche i giorni successivi e l'atmosfera a bordo nella nave. "Ricordo che in plancia c’era un silenzio assoluto. Non era consentito parlare, non potevamo neppure berci una tazza di caffè o fumare. Gli ufficiali si comportavano in modo professionale ma parlavano poco fra loro" ha spiegato Sandlin, sottolineando il clima inquieto che si respirava a bordo come se fosse accaduto qualcosa di grosso. L'ex marinaio che dice di non aver parlato in tutti questi anni per paura,  dunque è pronto a smentire la versione di una bomba piazzata a bordo dell’aereo ma anche a smentire i suoi ex superiori su alcune affermazioni come sul fatto che i radar della nave erano spenti.

Le dichiarazioni sono "un tassello che si aggiunge alla verità", ha commentato l'avvocato Daniele Osnato, che ha rappresentato alcuni familiari delle vittime di Ustica nei processi civili. "È stato un missile ad abbattere il Dc9, questo ce lo dicono i giudici civili, ma sostanzialmente anche quelli penali. Cambia il contesto internazionale, le responsabilità internazionali. Noi abbiamo fatto anche una rogatoria al parlamento europeo per chieder una omissione di indagine sui francesi. Forse adesso è il caso di fare una rogatoria nei confronti di tutti, non solo dei francesi" ha proseguito il legale intervistato da Il Manifesto, concludendo: "È il contesto che cambia, è un contesto molto complesso in cui, come disse il giudice istruttore Priore ci fu un’aggressione militare in tempo di pace. Adesso noi sappiamo che stata un’aggressione militare complessa, di più paesi".

Come ricostruito negli anni, all'epoca non era una novità lo sconfinamento di Mig libici nello spazio aereo del nostro Paese, spesso accusato di essere ambiguo con Gheddafi. Per questo nell'area vi erano sempre navi militari occidentali che invece contrastavano apertamente il regime. Spesso però a ingaggiare gli aerei erano i francesi che, approfittando del fatto di non essere nella Nato in quegli anni, avevano la possibilità di intervenire più velocemente senza chiedere autorizzazioni ai comandi dell'Allleanza Atlantica. In altri termini nei pochi minuti in cui avveniva lo sconfinamento era praticamente impossibile per la Nato prendere una decisione istantanea come richiedevano le circostanze così ad intervenire erano spesso i francesi.

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