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Il tè, molto più di una coccola pomeridiana: perché ha salvato la vita agli inglesi

Il tè è una coccola irrinunciabile per gli inglesi. Uno studio ha evidenziato che potrebbe aver avuto un ruolo decisivo nella storia del Paese salvando vite.
A cura di Giusy Dente
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God save the Queen….and the tea. Gli inglesi sono affezionatissimi al rituale del tè pomeridiano, una tradizione irrinunciabile famosa in tutto il mondo. Ogni giorno se ne consumano più di 100 milioni di tazze. La bevanda iconica è finita anche al centro di diverse "battaglie": gli inglesi da un lato, la scienza dall'altro. Mentre quest'ultima suggerisce di aggiungere un pizzico di sale per esaltarne il sapore, per gli inglesi l'dea è risultata a dir poco oltraggiosa. A vincere, insomma, è sempre la tradizione. Bere una tazza di tè fumante è una coccola da concedersi dopo una giornata impegnativa, per accompagnare due chiacchiere tra amiche: ma una nuova ricerca suggerisce che almeno in passato, potrebbe aver avuto un vero e proprio potere salvavita, impedendo la potenziale morte di milione di persone.

Il potere salvavita del tè

Il tè potrebbe aver salvato vite umane nel 1700. Una ricerca ha portato a galla questa verità: ci sarebbe proprio questa bevanda dietro la diminuzione di decessi in Inghilterra durante la Rivoluzione Industriale. I dati riferiscono di uno stranamente basso numero di morti, considerate le condizioni di vita dell'epoca, le malattie devastanti che colpivano la popolazione, la rapida diffusione delle epidemie. Eppure le persone si sono inconsapevolmente salvate proprio bevendo del tè. Il semplice gesto di bollire l'acqua, infatti, per procedere con la successiva infusione, ha permesso di uccidere batteri e parassiti portatori, per esempio, di dissenteria. Questa malattia gastrointestinale causò molte morti nel 1700: in alcune parti d’Europa, il 90% di tutte le morti è dovuto proprio alla dissenteria durante le peggiori epidemie.

La professoressa Francisca Antman, dell'Università del Colorado Boulder, ha dichiarato al MailOnline: "La cosa bella di questo scenario è che si è verificato prima che conoscessimo l'importanza dell'acqua pulita. Le prove suggeriscono che il tè divenne accessibile a quasi tutti in Inghilterra alla fine degli anni Ottanta del Settecento, durante la Rivoluzione Industriale. La densità della popolazione aumentava, le città crescevano a dismisura, le persone venivano costrette in spazi sempre più stretti. Questo doveva effettivamente essere un periodo in cui vedere un aumento della mortalità. Ma invece vediamo un sorprendente calo della mortalità che può essere spiegato proprio dall'introduzione del tè e, più specificamente, dall'ebollizione dell'acqua". Il suo studio è stato pubblicato sulla rivista Review of Economics and Statistics.

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La professoressa per giungere alla sua conclusione ha studiato i dati di più di 400 parrocchie inglesi, osservando i tassi di mortalità prima e dopo la diffusione del tè. Ha incrociato i dati demografi storici di Anthony Wrigley e Roger Schofield con le analisi sulla qualità dell'acqua, dedotta in base a caratteristiche geografiche come il numero di fonti d'acqua corrente o l'altitudine. Ha concluso: "Nelle aree con la qualità dell’acqua peggiore, si vede un calo maggiore della mortalità quando arriva il tè. Non è che l'acqua in sé sia ​​pura o all'altezza degli standard di acqua potabile che abbiamo oggi. In quelle aree si sono visti dei benefici quando hanno iniziato a far bollire l'acqua per il consumo di tè".

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