Revlon rischia il fallimento: il colosso dei cosmetici ha debiti per 3,7 miliardi
La casa di cosmetici statunitense Revlon ha presentato istanza d'ammissione al "Chapter 11", una forma di protezione che consente a una società di continuare a operare mentre prova a rimborsare creditori. Secondo i documenti presentati in tribunale, il celebre marchio della bellezza deve far fronte a 3,7 miliardi di debiti e rischia il default. L'aumento dell'inflazione, unito alle difficoltà sulla catena di approvvigionamento, potrebbe aver dato il colpo di grazia al marchio nato quasi un secolo fa durante la Grande Depressione.
La storia di Revlon, nata durante la Grande Depressione
La storia di Revlon fu fondata 90 anni fa dai fratelli Charles e Joseph Revson insieme al chimico Charles Lachmanin (da cui la L nel nome del brand). All'inizio l'azienda vendeva un solo prodotto: un innovativo smalto per le unghie iper pigmentato. Il salto dalle unghie al make up è stato breve, tanto che già nel secondo dopoguerra Revlon era tra i leader del settore della bellezza. Smalti e rossetti sono stati protagonisti di storiche campagne pubblicitarie firmate da Richard Avedon. La storia di espansioni, successi e acquisizioni ha subito negli ultimi anni diverse battute d'arresto dovute al calo delle vendite durante la pandemia e alla nascita di competitor giovani e con una forte presenza social. Oggi il marchio è di proprietà di MacAndrews & Forbes e del magnate Ron Perelman. La ceo è la figlia del proprietario, Debra Perelman, e nel portfolio figurano anche marchi di lusso come Elizabeth Arden. A gravare il carico di debiti è stato l'aumento del tasso di inflazione: secondo i documenti presentati in tribunale, le attività quotate del gruppo ammontano a 2,3 miliardi di dollari a fronte di debiti per 3,7 miliardi.