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La trasformazione di Checco Zalone in Buen Camino, il costumista: “Un po’ Gianluca Vacchi un po’ Lapo Elkann”

Checco Zalone in Buen Camino interpreta se stesso con un look volutamente un po’ pacchiano studiato dal costumista Stefano Ciammitti intervistato da Fanpage.it.
A cura di Giusy Dente
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Instagram @theindianaway
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Le prime immagini del trailer di Buen Camino ci hanno restituito un Checco Zalone (Luca Pasquale Medici) dal look decisamente stravagante e volutamente un po' pacchiano. Lo vediamo indossare una vestaglia colorata di seta, delle pantofoline di velluto logate con le sue iniziali in oro, camicie sgargianti, un completo viola: e che dire della parrucca coi capelli biondi lunghi! Il costumista Stefano Ciammitti (già autore dei costumi per Io Capitano e per Diamanti) si è divertito tantissimo a vestire questo uomo di mezza età, ricchissimo ereditiero, viziato, abituato a vivere negli agi e nelle comodità frutto del lavoro altrui. Me Checco Zalone, che nel film interpreta sé stesso, dunque il personaggio porta il suo nome, è anche un padre e sarà proprio sua figlia a trascinarlo in un'avventura destinata a cambiarlo. Ecco perché gli abiti di lusso lasciano poi il posto a un abbigliamento decisamente più comodo e sportivo, che riflette anche quel cambiamento interiore, quella virata spirituale. A Fanpage.it il costumista ha raccontato il dietro le quinte del film, in uscita il 25 dicembre.

Il trailer è tutto dire: le pantofoline di velluto, le camicie sgargianti. È tutto un po' pacchiano no?

Sì, assolutamente. Era la prima volta che lavoravo con Gennaro Nunziante ed è stato molto divertente perché mi ha dato molta libertà creativa per sbizzarrirmi e creare un personaggio abbastanza folle, ispirato a vari personaggi.

A chi ti sei ispirato?

È un po' un mix, è il risultato di più fronti. L'estetica pacchiana è abbastanza chiara. C'è qualcosa di Gianluca Vacchi, però il capello è del Lapo Elkann di qualche anno fa. È venuto un po' un Mickey Rourke anche. Era un modo per me di divertirmi con la moda di lusso e mi sono sbizzarrito soprattutto all'inizio del film, perché poi piano piano diventano sempre vestiti più tecnici, però anche quelli di alto livello, di CP Company, sempre super accessoriati. Piano piano lui fa un percorso con la figlia di redenzione dal capitalismo, si verso un qualcosa di più spirituale. È stato divertente sia su di lui che su sua figlia descrivere questo cambiamento interiore attraverso qualcosa di esteriore.

Instagram @medusafilmofficial
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A quali altri brand ti sei affidato?

La verità è che con lui dovevo raccontare sì del lusso, ma non ho usato un brand riconoscibile: è il suo brand. Ogni cosa è logata con la CZ di Checco Zalone, è un logo che ho disegnato io stesso e quindi è come se fosse il mio brand, diciamo. È come fa anche Gianluca Vacchi, che mette il suo logo ovunque, anche sulla sua Maserati. C'è il logo sulle pantofole, c'è l'accappatoio completamente logato e tutto ricamato. È un modo per non mettere in mezzo dei brand, ma anche per prendere in giro un certo tipo di abbigliamento, ma senza esagerare e cadere nella macchietta o nel grottesco pieno. Volevamo comunque mantenerci credibili e dentro la storia.

Oltre ai personaggi citati prima cosa altro ti ha ispirato, magari in corso d'opera?

È stato un viaggio meraviglioso, perché abbiamo girato un mese a Roma all'inizio e dopo a settembre-ottobre siamo stati in Spagna. Abbiamo girato tutto il film in ordine cronologico, quindi facendo veramente tutte le tappe del cammino di Santiago di Compostela, in particolare il cammino francese di Santiago. Abbiamo vissuto anche noi della troupe questo cammino insieme al personaggio del film: abbiamo passato 14 hotel diversi, in contrato tantissime persone. È stato emozionante vedere tutte le persone che il cammino l'hanno fatto a piedi, c'è un'atmosfera molto bella. Questo ci ha arricchito e ci ha ispirato, perché quando andavamo in giro guardavamo le persone del posto, quindi correggevamo l'outfit. Ad esempio gli zaini: lì mi sono divertito a creare dei mosaici. Oppure: si usa in ogni tappa prendere degli oggetti che per chi fa il cammino hanno un significato.

Instagram @medusafilmofficial
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Ma che ha detto lui quando si è visto per la prima volta con quella parrucca bionda?

Abbiamo fatto molte prove con la parrucca. All'inizio io avevo provato anche una parrucca brizzolata: si chiamano Silver Fox, ma sono più da uomo dandy agé. Non gli stavano bene. Ha vinto il biondo: ci piaceva l'idea del capello lungo e poi sta benissimo quando nella nella prima scena si vede lui che si alza dalla piscina e fa un movimento a rallentatore.

Come è stato lavorare con Luca?

Sta sempre a suonare la chitarra, è bravissimo a suonare. E poi è sempre preso bene, sempre sempre carico. Ricordo il primo giorno, che abbiamo girato in una villa in Sardegna meravigliosa la scena di una festa di compleanno. Era una festa a tema antico Egitto, nella villa era stato ricostruito tutto a tema con tantissime odalische, tanti schiavi egizi. Lui aveva un completo di seta con dei teschi tutti incrociati l'uno con l'altro, teschi di bufalo. Quel primo giorno quando lo abbiamo visto vestito in quel modo è stato  una sorpresa non per noi, per tutta la troupe: è stato abbastanza esilarante.

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