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Il furto dopo l’appuntamento Tinder: lui ruba le scarpe, la denuncia di lei su TikTok è virale

Da giorni sui social spopola la storia di una ragazza newyorkese che, dopo un appuntamento, si è accorta della scomparsa un paio di Tabi di Maison Margiela.
A cura di Arianna Colzi
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Le Tabi di Maison Margiela
Le Tabi di Maison Margiela

Un Tinder date che si trasforma in furto. Certo, non sempre gli appuntamenti vanno come vorremmo, ma negli ultimi giorni su Tik Tok è diventata virale la storia di un date che si è trasformato in una caccia ad un paio di scarpe firmate. La vittima del furto è Alexis Dougé, designer di New York, che su Tinder "matcha" con un ragazzo di nome Joshua. Dopo il primo appuntamento a SoHo, Joshua chiede con insistenza a Dougé di rivedersi per un secondo incontro. La ragazza, colpita dalla sua insistenza, accetta e lo invita a casa sua dove trascorrono la notte insieme, non prima di aver parlato a lungo di moda e, appunto, delle sue Tabi, l'iconico modello di scarpe creato da Martin Margiela

"Quest'uomo è qui fuori su Tinder e vi deruberà"

Da qui ha inizio il "Tabi gate", com'è stato rinominato su Tik Tok, la mattina dopo iniziano i primi comportamenti strani del ragazzo che, con la scusa di voler controllare una playlist Spotify, prende il cellulare di Dougé e cancella il suo numero. Dopo aver lasciato il suo appartamento, la giovane newyorkese si accorge della mancanze delle sue Tabi Mary Jane firmate Maison Margiela (990 dollari) che le aveva regalato il padre. Prova così a contattarlo via messaggio ma scopre di non avere più il suo contatto e su Tinder il match tra i due è sparito. Da qui parte la denuncia social: su Tik Tok la designer avverte le "ragazze della moda di New York" di stare attente, perché  "quest'uomo è qui fuori su Tinder e Hinge e vi deruberà".

La tempesta social e la confessione

Poco dopo Alexis Dougé viene contattata da una ragazza che le rivela di avere un'amica alla quale sono state regalate le iconiche scarpe di Margiela proprio da un ragazzo con cui esce da un po' di tempo. La connessione è immediata: pochi giorni dopo si scopre che la ragazza è proprio la destinataria delle Tabi rubate. Dougé continua ad aggiornare il suo pubblico social, ormai sempre più incuriosito dalle sorti dell'appuntamento furto, e, dopo aver ottenuto nuovamente il numero di Joshua, lo contatta fino alla sua confessione:

"Gli ho mandato uno screenshot della sua ragazza che indossava le mie Tabi e ore dopo ho ricevuto un messaggio che diceva: ‘Va bene, mi hai fregato, ti ridarò le tue scarpe, puoi togliere il video?… La gente mi sta incolpando per qualcosa che non ho fatto'".

@nextlevellexuss

The procurement of the tabis. The chuckling and shrug is very 👹 #nycdating #tabigirl #tabigate #nyc

♬ original sound – Lex

Il ragazzo arriva addirittura a proporle un prezzo per il suo silenzio, temendo di essere scoperto dalla fidanzata: 500 dollari per far finire la tempesta social. Ma "la ragazza della moda" non molla e pretende indietro le sue scarpe. La storia horror dell'appuntamento-furto si risolve, come in tante commedie americane, alla Grand Central Station di New York dove Joshua le restituisce le Tabi. Forse questa storia, aiuterà tutti e tutte noi a rivalutare il nostro concetto di appuntamento andato male.

Da dove nascono le iconiche scarpe firmate Maison Margiela

Ma qual è la storia dietro le scarpe più desiderate dagli appassionati di moda (e, a quanto pare, da Joshua)? Innanzitutto, non sono un'invenzione di Martin Margiela. I Tabi, infatti, erano dei calzini molto diffusi in Giappone nel 15esimo secolo e venivano indossati con i sandali infradito in abbinamento al tradizionale kimono: da qui la celebre spaccatura tra le dita. Tabi infatti, in giapponese, significa "strato di pelle".  Margiela, assiduo viaggiatore in Oriente e grande amante dello stile giapponese, ne rimase affascinato: decise così di dar vita a un paio di scarpe che dessero l'illusione di camminare scalzi, appoggiati solo ad un piccolo cilindro. Nel frattempo, a inizio ‘900, anche i Tabi giapponesi si erano evoluti diventando scarpe pratiche anche per l'attività degli operai che lavoravano nei campi, grazie all'aggiunta di una suola di gomma.

Un paio di Tabi Boots
Un paio di Tabi Boots

L'intuizione iniziale di Margiela, che dovette superare non poche resistenze per produrle, fu quella di realizzare degli stivaletti, i Tabi Boots rifiniti con vernice spazzolata. Una curiosità: una delle prime a credere nella genialità della creazione di Margiela fu Ann Demeulemeester, la celebre stilista belga, originaria di Anversa proprio come il designer. A partire dal loro debutto, nel 1989,  le Tabi hanno subito diverse riedizioni e da stivaletti si sono trasformate anche in stivali al ginocchio, decolleté e Mary Jane, come quelle di Alexis Dougé, vittima del date-furto.

Tabi Mary Jane
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