Aperta la camera ardente di Giorgio Armani, il sindaco Sala: “Dietro un’immagine fredda un uomo di calore”

L'Italia si prepara a salutare Giorgio Armani. Il grande stilista, che ha fatto la storia della moda nel mondo rappresentando con orgoglio il Made in Italy, si è spento a 91 anni, 50 dei quali passati alla guida della sua azienda. Con lui finisce un'era e si apre una nuova fase per il marchio, che vedrà impegnati in prima fila soprattutto le nipoti Silvana e Roberta col fidato braccio destro di lunga data Leo Dell'Orco. Toccherà a loro traghettare il brand verso il futuro, tramandando i valori e gli insegnamenti appresi da re Giorgio, icona intramontabile di eleganza. Si apre oggi camera ardente del maestro, poi i funerali lunedì 8 settembre. Tra i presenti: Carla Sozzani e la collega Donatella Versace, Giuseppe Tornatore, Jo Squillo, il sindaco di Milano Giuseppe Sala.
L'ultimo saluto a Giorgio Armani
La camera ardente è stata allestita presso l'Armani/Teatro, in via Bergognone 59 a Milano. Si tratta di una scelta ovviamente fortemente simbolica, essendo il quartier generale della Maison. Progettato da Tadao Ando con la collaborazione di Michele De Lucchi, è stato pensato per ospitare mostre, sfilate ed eventi. Sarà possibile accedere alla camera ardente sabato e domenica dalle ore 9 alle ore 18. Lunedì 8 settembre si svolgeranno i funerali privati, poi verrà aperto il testamento. Nella sala buia sono state posizionate centinaia di lanterne a terra e proiettata su uno schermo si legge una frase: "Il segno che spero di lasciare è fatto di impegno, rispetto e attenzione per le persone e per la realtà. È da lì che tutto comincia". Il feretro è di legno chiaro, con un bouquet di rose bianche poggiato sopra. Accanto alla bara, il compagno Leo Dell’Orco e tutti i parenti.

Una folla commossa rende omaggio allo stilista
Il feretro è arrivato alle 7.57, accolto dagli applausi dei presenti: amici, parenti, collaboratori, dipendenti. Proprio per questi ultimi è previsto un accesso privilegiato, per volontà dello stilita stesso, uomo devoto al proprio lavoro, instancabile e profondamente affezionato ai propri collaboratori, che oggi lo ricordano commossi. "Lo ricordo come una persona fantastica, teneva molto all'azienda e ai dipendenti soprattutto – è la testimonianza di Ilaria, impiegata alla contabilità – Era molto severo e rigido, preciso, attento ai dettagli". Dipendenti ma non solo, sono arrivati per porgere l'ultimo saluto allo stilista: c'è anche tanta gente comune in fila. "Mi è capitato di vederlo nel negozio di via Manzoni che metteva a posto delle magliette. Questo è forse il ricordo più giusto di un uomo che non ha mai delegato" ha detto una dei presenti. "Un modello di stile, anche per il modo di gestire la sua azienda con rigore: un personaggio che ha sicuramente segnato l'ultimo secolo d'Italia" sono invece le parole di un visitatore giunto appositamente da Roma.

Il ricordo del sindaco Giuseppe Sala
Non poteva mancare Giuseppe Sala, sindaco di Milano, che ha speso parole di grande stima per lo stilista: "Aveva una personalità esorbitante. A volte c'era anche un po' di timore nel confrontarci con lui. Dietro un'immagine a volte fredda era un uomo con un grande calore. Aveva vissuto le sue difficoltà nella vita e capiva quelle degli altri. Mi chiamò in un momento difficile e mi disse: in questi casi vengono fuori gli amici veri e io sono un tuo amico vero. Era un uomo di grande eleganza e misura. Milano è piena di segni di Armani, sarà impossibile dimenticarlo. La maggiore eredità che ha lasciato, al di là di quello che vediamo, è il credo assoluto del lavoro come strumento di realizzazione personale. I suoi negozi ieri erano aperti. È un valore che non si potrà perdere. Se devo individuare un milanese che più di altri ha enfatizzato il valore positivo del lavoro, dire senz'altro lui".

Giorgio Armani tra sport e cinema
Giorgio Armani era anche un appassionato di sport: c'era il basket nella sua vita, con l'Olimpia Milano. E proprio in questo ruolo di tifoso alle partite lo ricorda il regista Massimiliano Finazzer Flory: "Si arrivava e ci si stringeva la mano, alla fine un brevissimo commento: se si vinceva era un sorriso, altrimenti diceva Alla prossima! Lui e Dell'Orco hanno donato tanto al basket e ai giovani c he col basket si sono emancipati. Lui amava il basket perché è un ruolo di squadra. È stato un Re democratico, che ha creduto nella squadra. È stato un grande regalo per Milano aver avuto il signor Armani in questa città. Un grande servitore della gente". Il regista Giuseppe Tornatore, invece, ha commentato: "Quando abbiamo vinto l'ìOscar cercavo uno smoking, tra gli orrendi tuxedo americani. Lui mi chiamò regalandomi un bellissimo smoking blu notte che ho ancora come una reliquia. Lui amava molto il cinema e il teatro. La cosa fantastica è che lui preferiva le persone alla moda, nel senso di dare alle persone un abito con cui potessero sentirsi comodi ma eleganti. Ci incontrammo la prima volta al Teatro dell'Elfo, veniva a vedere degli spettacoli. Dovunque vada porto sempre una sua borsa, che mi regalò anni fa".

Il ricordo di Jo Squillo
Molto commossa Jo Squillo al momento dell'arrivo, non è riuscita a trattenere le lacrime: "È come perdere un pezzo di cuore. Il suo stile rimane eterno: ha saputo creare un gruppo, le persone che erano con lui porteranno il marchio e lo stile Giorgio Armani nel mondo. Lui mi ha insegnato tanto umanamente e professionalmente: rigoroso, disciplinato, ha dedicato tutta la vita a questa professione con grande umiltà. Ho 25 anni di ricordi con lui. Ha creato sempre qualcosa di speciale, ha sempre portato in passerella la poesia".

Le parole di Carla Sozzani
Carla Sozzani ha ricordato la grandezza artistica di Giorgio Armani: "Non si è mai lasciato influenzare da niente e nessuno, ha seguito sempre la sua strada. Lascia un'eredità a tutte le generazioni a venire".