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Raz Degan senza cibo per 10 giorni: il digiuno è pericoloso o fa bene? Lo abbiamo chiesto a un esperto

Dopo che Raz Degan ha raccontato dei suoi dieci giorni di digiuno (solo acqua concessa) abbiamo chiesto a un dietista i benefici della rinuncia (temporanea) al cibo.
Intervista a Dott. Loreto Nemi
Dietista e docente presso l'Università Unicamillus di Roma
A cura di Francesca Parlato
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Due giorni fa, abbronzatissimo, cappello di paglia in testa, aspetto come sempre un po' savage, Raz Degan ha raccontato di aver praticato dieci giorni di digiuno e che si sentiva al massimo della sua forma. A questo video, dai toni decisamente sopra le righe, ne è seguito un altro in cui ha spiegato, con modi decisamente più pacati (oseremmo dire zen) e con sottofondo musicale da lezione di yoga, che pratica dei periodi di digiuno (in cui beve solo acqua) da molti anni, e poi ancora dei limiti che ci costruiamo da soli e di versioni migliori di sé stessi da trovare. Frasi da guru a parte, la domanda che corre sul web è una: ma davvero il digiuno fa bene?

Il digiuno è utile alla salute?

Chiunque abbia visto il video di Raz Degan si sarà chiesto, anche solo per un attimo, se potrebbe reggere un digiuno di dieci giorni, se potrebbe rinunciare al caffè, alla pasta, al gelato in estate e per quanto tempo. D'altra parte rinunciare al cibo è una questione di testa oltre che di corpo. "Il digiuno, se fatto con criterio, preferibilmente sotto controllo medico e se non ci sono particolari patologie o se non si rientra in alcune categorie (bambini, ragazzi, donne incinte, fragili o anziani) può portare sicuramente dei benefici all'organismo – spiega a Fanpage.it il dietista Loreto Nemi – La durata ideale è 5-7 giorni. E i benefici sono assicurati da molti studi scientifici: digiunando il nostro organismo va a riposo, si mettono a riposo in particolare lo stomaco e l'intestino, e si attiva un meccanismo di autofagia, che dal greco vuol dire mangiare sé stessi. Durante il digiuno poi si producono delle particolari molecole, le sirtuine, che sappiamo essere legate alla longevità poiché in grado di rallentare l'invecchiamento cellulare". 

Cosa succede durante il digiuno

Calo di energie? Crollo di zuccheri? Difficoltà ad alzarsi dal letto? Niente di tutto questo. Quando si pratica il digiuno il corpo va in reset ma non per questo motivo calano le energie. "Anzi paradossalmente si è più lucidi. Si attiva una sorta di iper vigilanza. Pensiamo all'uomo del paleolitico al quale poteva capitare di dover digiunare proprio per mancanza di cibo per lunghi periodi. Non poteva permettersi di essere astenico, anzi doveva essere molto presente, iperattivo, lucido, pronto alla caccia della prossima preda". Se è vero quindi che in un primo momento, all'inizio del digiuno, possiamo accusare qualche fastidio come l'emicrania, nei giorni successivi i livelli di energia saliranno. "Si attivano anche alcuni neurotrasmettitori come l'adrenalina o la noradrenalina che danno maggiore lucidità e prontezza. Non dimentichiamo che di fatto l'organismo è sotto stress perché alla ricerca di cibo. Torniamo all'uomo del paleolitico: la necessità di essere sempre pronto per la caccia del cibo fa attivare anche degli ormoni necessari a restare svegli e luicidi. Attenzione però – avverte Nemi – Questo è vero solo se il periodo del digiuno è limitato nel tempo". 

Perché digiunare fa bene

D'altra parte la pratica del digiuno non è una scoperta recente e sicuramente non è riconducibile soltanto al desiderio di perdere peso. "Pensiamo ad alcune religioni che prevedono periodi in cui osservare il digiuno ad esempio. Ma in realtà negli ultimi anni se ne sta parlando moltissimo, con la dieta mimadigiuno del dottor Valter Longo o quella del digiuno intermittente. Se ci spostiamo in Austria e Germania lì è molto diffuso il metodo del dottor Mayr, il digiuno finalizzato alla disintossicazione o ancora c'è il digiuno liquido del dottor Buchinger. C'è una consistente letteratura scientifica a riguardo". Chi volesse intraprendere questo percorso farebbe bene a farlo sotto controllo di un esperto. "Come già detto non tutti possono farlo e bisogna essere in buone condizioni di salute. La durata non deve essere superiore a 5-7 giorni. Anche 3 comunque sono un buon traguardo per chi lo fa per la prima volta. Non di più perché altrimenti si va incontro a delle carenze nutrizionali importanti". E infine attenzione quando si riprende a mangiare: "La reintroduzione di cibo va fatta gradualmente iniziando dai vegetali proteine vegetali cereali e poi andando con le proteine animali".

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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