Melatonina, attenzione all’uso indiscriminato, l’esperto avverte: “Non c’è conferma su mancanza effetti collaterali”

In estate le notti insonni aumentano. Il caldo, le serate passate fuori, le giornate che si allungano e le ore di luce che aumentano possono influire negativamente sul riposo notturno e per questo molte persone vanno alla ricerca di terapie fai-da-te. Uno dei rimedi più gettonati perché considerato sicuro, sia in termini di riuscita che di mancanza di effetti collaterali, è la melatonina. La melatonina è un ormone che influisce direttamente sul ciclo sonno veglia e che può avere dunque degli effetti positivi per chi passa le notti in bianco a girarsi e rigirarsi nel letto. "Ma non bisogna abbassare la guardia – spiega a Fanpage.it il professor Luigi Ferini Strambi, direttore del Centro di Medicina del Sonno dell'IRCCS Ospedale San Raffaele-Turro – La melatonina può essere sicuramente utile ma oggi c'è un utilizzo indiscriminato di questo ormone e non ci sono abbastanza studi che ci confermino l'assoluta mancanza di effetti collaterali".
Melatonina: quando e come assumerla
L'ultimo lavoro scientifico di ampia portata sulla melatonina è stato curato dall'Università di Pisa e pubblicato lo scorso anno sul Journal of Pineal Research e ha indagato le modalità con cui la melatonina dovrebbe essere assunta per avere degli effetti significativi sul sonno. Si tratta di una meta-analisi condotta su 26 studi randomizzati pubblicati tra il 1987 e il 2020, su pazienti (1689 casi osservati) con insonnia e volontari sani. "È venuto fuori che le quantità e gli orari di somministrazione di melatonina che solitamente si indicano ai pazienti non sono quelle che garantiscono la massima efficacia del rimedio – continua Ferini Strambi – Nella pratica clinica si usa infatti prescrivere ai pazienti 2 mg di melatonina da assumere 30 minuti prima del sonno. Oggi sappiamo che possiamo aumentare le dosi fino a 3-4 mg ma è necessario anticipare l'assunzione ad almeno 3 ore prima del sonno".
Chi può beneficiare della melatonina
Non tutte le insonnie possono essere trattate con la melatonina. "Chi però ne può beneficiare davvero sono i cosiddetti gufi, ovvero quelle persone che vanno a letto tardi e si svegliano ancora più tardi, che vivono di notte. Per chi come loro vive quello che si definisce scientificamente come un ritardo di fase può bastare anche 1 solo mg di melatonina assunto intorno alle 20 quindi molto prima dell'ora del sonno". Anche gli anziani possono trarre vantaggio da questo ormone. "Nelle persone di una certa età si registra una carenza di melatonina e per questo un'integrazione può rivelarsi utile per garantire loro un buon riposo notturno". Infine ci sono le persone che soffrono di RBD ovvero Disturbo Comportamentale del Sonno REM: "Si tratta di persone che vivono il sogno che stanno facendo. Solitamente è un sogno violento che li fa svegliare. In questi pazienti (in cui non si verifica la paralisi muscolare notturna, un effetto tipico della fase REM) che oggi sappiamo essere maggiormente inclini a sviluppare malattie neurodegenerative, la melatonina può avere degli effetti importanti. E si può assumere – previa prescrizione del medico – fino a 6-8 mg".
Melatonina: attenzione a non abusarne
Per acquistare la melatonina a bassi dosaggi, non serve una prescrizione medica, negli Stati Uniti si trovano integratori che dicono di contenerne fino a 10 mg per compressa. E questo fa pensare che la melatonina sia totalmente sicura. "Purtroppo non è così. Al momento non sappiamo se potrà avere degli effetti collaterali ad esempio sul metabolismo glucidico, soprattutto se assunta per periodi prolungati. Sappiamo per certo che può influenzare negativamente l'umore, fino a indurre al depressione. Per questo il mio consiglio è sempre evitare il fai-da-te e consultare un esperto. A volte le insonnie sono temporanee e possono essere trattate velocemente senza neanche ricorrere a farmaci o integratori".