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ll sole può migliorare o peggiorare lo stato di alcune patologie, ecco i consigli dell’esperta

Quali sono le patologie che migliorano con l’esposizione al sole? E quando i raggi UV sono invece dannosi? Ne abbiamo parlato con la dermatologa Manuela Carrera.
Intervista a Dott.ssa Manuela Carrera
Dermatologa, specialista
A cura di Francesca Parlato
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Amico e nemico. Croce e delizia. Quando arriva l'estate e le giornate si fanno roventi, il sole diventa una presenza ingombrante del nostro quotidiano. C'è chi non vede l'ora di stendersi come una lucertola sulla spiaggia e chi si rifugia sotto cappelli a tesa larga e strati e strati di crema protettiva per ripararsi dai raggi.
Al di là delle regole di buon senso, che ormai conosciamo tutti, come evitare le ore più calde, utilizzare sempre una protezione, ci sono alcuni casi particolari in cui il sole può rivelarsi un prezioso alleato per la salute della nostra pelle e altri in cui invece bisogna prestare una maggiore attenzione per evitare danni e peggioramenti di patologie pregresse.
"Facciamo una premessa: il sole, se preso nel giusto modo è un alleato importante. – chiarisce subito la dottoressa Manuela Carrera, dermatologa presso l'Ospedale Israelitico di Roma – L'esposizione solare è necessaria per la sintesi della vitamina D, fondamentale per le ossa e per l’integrità del nostro sistema immunitario; il sole stimola la produzione di serotonina, il neurotrasmettitore del benessere e regola il ritmo sonno veglia". 

Sole e malattie della pelle

Per chi soffre di alcune malattie della pelle il sole si può rivelare utile quasi come un farmaco. "Il sole ha un effetto immunosoppressore sulla nostra pelle – spiega Carrera – E può quindi essere coadiuvante nel trattamento di patologie cutanee come la psoriasi e la dermatite atopica". I raggi UVA e UVB hanno infatti un effetto benefico in questi casi, ma attenzione ovviamente a non esagerare. Oltre a seguire le regole che già conosciamo in questi casi è sempre bene far riferimento al proprio dermatologo. "È necessario che sia il medico infatti a stabilire le terapie da seguire in estate e le modalità di esposizione". 

Quando il sole non fa bene alla pelle

Mentre per la psoriasi e per la dermatite atopica il sole si può rivelare un toccasana per altre patologie che riguardano la pelle, il sole è tutt'altro che un alleato. "Alcune patologie addirittura migliorano il loro andamento con l’esposizione, altre invece rischiano di peggiorare. – spiega Carrera – Chi soffre di lupus eritematoso deve evitare di esporsi poiché i raggi UV possono scatenare una riacutizzazione della malattia. Il danno cellulare fotoindotto genera una maggiore esposizione degli antigeni contro cui è rivolta la reazione autoimmune, motivo per cui il sole peggiora la patologia. Attenzione anche per chi soffre di vitiligine poiché la cute affetta dalla patologia non ha la difesa della melanina ed il paziente rischia di scottarsi". 

Sole e farmaci: a cosa fare attenzione

Alcuni farmaci (il cortisone ad esempio) possono andare "in conflitto" con un'esposizione al sole distratta. "Ci sono farmaci fotosensibilizzanti, ossia farmaci la cui assunzione in contemporanea con l’esposizione solare può provocare reazioni cutanee quali eruzioni cutanee vescicolari, pruriginose, ustioni e macchie. La pelle diventa più sensibile ai danni UV. Attenzione quindi agli antibiotici, anticoagulanti, anticoncezionali, antidepressivi, antimicotici, i FANS, il cortisone, gli antipertensivi, i retinoidi, le statine". E in questi casi una buona protezione solare non sempre è sufficiente a metterci al riparo dagli effetti del sole. "È fondamentale chiedere sempre al proprio medico chiarimenti e regole da seguire".

Protezione solare sempre a portata di mano

Siamo in molti a fare l'errore di abbinare protezione solare e bikini: come se fosse necessario proteggersi dai raggi soltanto durante le giornate di mare. Le creme protettive invece vanno usate sempre, anche in città. "Spesso non pensiamo al sole che prendiamo quando passeggiamo o quando facciamo sport all’aria aperta. Chi ha pelle chiara, chi soffre di patologie cutanee quali lupus, chi ha una storia personale di precancerosi o di tumori cutanei deve applicare un filtro solare ad altra protezione anche in città" avverte Carrera. Allora ovunque ci troviamo, in città, al mare o in montagna ricordiamoci sempre di seguire queste regole:
– Evitiamo le ore centrali della giornata (dalle 11 alle 16). "Applichiamo la protezione solare 20 minuti prima di esporci, non lesiniamo nella quantità e ricordiamoci di riapplicarla ogni 2 ore";
– 
"Se facciamo il bagno a mare ricordiamoci che le protezioni water resistant mantengono l’80% del SPF dopo 2 bagni di 20 minuti l’uno mente quelle water proof mantengono l’SPF dopo 4 bagni di 20 minuti l’uno;
– 
La protezione va scelta in base al proprio fototipo. "Chi ha pelle, occhi e capelli chiari (fototipo 1 e 2) dovrà utilizzare un filtro 50+ durante tutto il periodo estivo, chi ha fototipo 3 può scendere alla protezione 30 dopo le prime esposizioni, mentre il fototipo 4 tende naturalmente a non scottarsi mai e può scegliere un filtro con SPF 20″.
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Scegliamo un filtro che sia anche antiaging. "Lo consiglio a tutti, a prescindere dal fototipo. Una buona protezione solare non deve contenere solo filtri nei confronti dei raggi UVB, che viene riportata come SPF ma deve avere anche filtri che ci proteggano dai raggi UVA, da luce blu, dalla luce visibile e dagli infrarossi. La protezione contro gli UVA deve essere almeno 1/3 della protezione UVB dichiarata, la troveremo indicata con la sigla PPD o PA sulla confezione del solare".

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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