Chi è il maschio performativo, dall’estetica curata nei minimi dettagli alla perdita dell’autenticità

Si presenta come sensibile, colto, femminista, ambientalista. Ha sempre una tote bag con al suo interno un libro progressista che legge in pubblico, indossa le Birkenstock e ti compra dei fiori. Vi presentiamo l'ultima evoluzione dell'archetipo maschile: il maschio performativo. Abbiamo indagato insieme alla Dott.ssa Chiara Simonelli, psicoterapeuta e sessuologa alla Fondazione Sapienza di Roma, il mondo di questi uomini che sono disposti a tutto per conquistare la donna moderna e sono sempre al passo con le ultime tendenze.
Chi è il maschio performativo
“Il maschio performativo è un uomo che costruisce la propria identità soprattutto per attrarre e sedurre un certo tipo di donna. Non si tratta solo di estetica, ma di uno stile complessivo che comunica attenzione, sensibilità e valori “socialmente apprezzati”. Ad esempio, può vestirsi con Birkenstock, cuffie particolari, borse di tela, interessarsi a tematiche ambientali o sociali, ma lo fa in modo strumentale, più per apparire attraente che per convinzione personale”, spiega la dott.ssa Simonelli. In sostanza, il maschio performativo non segue il proprio interesse autentico, ma adotta strategie e simboli che ritiene seducano la donna moderna, sempre più indipendente e slegata dai vincoli del patriarcato. Si distingue dall'archetipo del maschio tradizionale, più rude o concreto, che non si preoccupa di apparire sensibile o consapevole delle questioni sociali.

Le radici culturali e sociali del nuovo archetipo
Secondo l'esperta, i modelli virili tradizionali hanno influenzato la genesi del maschio performativo. Infatti, spiega che questo comportamento ha radici culturali profonde. I maschi performativi cercano di distanziarsi dai vecchi stereotipi di mascolinità tossica perché temono, e giustamente, di non essere accettati se mostrano aggressività, prevaricazione o distanza dai temi sociali. Ma non si accorgano che, non attuando un distanziamento autentico, possono risultare tossici anche loro: "Il maschio performativo è come se dicesse: «Eccomi, io sono qua. Ti ho fatto capire che sono veramente diverso da quei modelli virili sbagliati. Io mi distinguo». E poi attua comunque comportamenti tossici, fa lo stesso ghosting o lovebombing, perché a un certo punto diventa complicato gestire la performance e il personaggio. Lui stesso si può trovare in gravi difficoltà a mantenere uno standard così perfetto", spiega la dott.ssa Simonelli. Infine, anche i social amplificano questo fenomeno. Il maschio performativo deve confrontarsi costantemente con modelli diversi: da un lato il suo personaggio attento e sensibile, dall'altro il vecchio modello sicuro e dominante che continua comunque ad attrarre molte donne, basti pensare alle dinamiche di programmi come Temptaion Island. Questa dicotomia crea un terreno ambiguo in cui gli uomini si sentono divisi tra l'essere autentici e l'interpretare un ruolo socialmente apprezzato.

I costi psicologici ed emotivi del maschio performativo
Adottare un modello performativo non è privo di conseguenze. L'esperta sottolinea che questo fenomeno richiede di negare parti autentiche e contraddittorie di sé: "Aderendo sul livello intellettivo e cognitivo ad un modello di massa "progredito", si corre il rischio di mettere da parte sfumature della propria identità che sono interiorizzate, come aspetti della crescita, del vissuto e altri modelli formativi".Questo può ovviamente generare crisi interne, conflitti di identità e confusione su chi si è realmente. L’uomo performativo rischia di identificarsi più con il personaggio che con la persona autentica, subendo uno stress costante nel mantenere un’immagine ideale di sé.
L'alternativa, un modello di mascolinità libero
Secondo la psicologa, esiste un’alternativa possibile: una mascolinità autentica, vulnerabile e libera. Non si tratta di un cambiamento immediato, ma di un percorso di profonda riflessione personale che può avvenire anche attraverso la psicoterapia, ma non necessariamente. Il lavoro consiste nell’esaminare con attenzione le proprie scelte, le proprie motivazioni e gli atteggiamenti che adottiamo, chiedendosi quanto siano autentici e quanto invece siano strumenti per piacere agli altri. L’obiettivo è liberarsi di comportamenti e simboli che non ci appartengono e scoprire i propri punti di forza e debolezza, costruendo rapporti profondi e significativi basati sull’autenticità, piuttosto che sull’apparenza. Insomma, non è necessario indossare pantaloni larghi o leggere Sally Rooney e Joan Didion per essere socialmente accettati dalla donna moderna, quello che premia è la vera autenticità e forse non fare ghosting.