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Stati Uniti, prete gay fa coming out: “Non voglio vivere la mia vita nell’ombra”

Padre Greg è un prete americano che ha fatto coming out davanti ai fedeli della sua comunità. Il vescovo: “Sosteniamo Padre Greiten nel suo cammino personale e nella sua decisione di raccontare il suo orientamento sessuale”.
A cura di Annalisa Cangemi
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"Non c'è nulla di sbagliato nell'essere gay" così padre Greg spiega che con il suo coming out vuole essere da esempio e ispirazione ad altre persone che si potrebbero trovare nella sua stessa condizione.

Un sacerdote americano ha dichiarato quindi davanti ai suoi parrocchiani la sua omosessualità e la risposta è stata una standing ovation. È accaduto qualche giorno fa nella parrocchia di Santa Bernadette a Milwaukee. Il protagonista della vicenda è il Reverendo Gregory Greiten, che ad un certo punto della sua vita ha sentito la necessità di pronunciare queste semplici parole: "Sono Greg. Sono un prete cattolico romano. E sì, sono gay". La risposta dei parrocchiani è stata dettata dall'accoglienza e dalla comprensione: "Dio la benedica", lo ha incoraggiato qualcuno. Greiten aveva parlato con il vescovo Listecki prima di decidere di parlare apertamente della sua omosessualità. Il suo coming out è stata "benedetto" anche dal suo arcivescovo: "Sosteniamo Padre Greiten nel suo cammino personale e nella sua decisione di raccontare il suo orientamento sessuale" – ha affermato in una nota il vescovo – "Come insegna la Chiesa, chi ha un'attrazione per persone dello stesso sesso deve essere trattato con comprensione e compassione. Come preti che hanno fatto una promessa al celibato, sappiamo che ogni settimana ci sono persone nei nostri banchi che lottano con la questione dell'omosessualità". 

Padre Greg ha vissuto per anni con la paura di essere additato, o peggio respinto e attaccato, da chi ha pregiudizi omofobi. E così è stato costretto a nascondere la sua identità sessuale. Ma dopo un travagliato percorso interiore ha deciso di liberarsi da un peso e di affrontare la sua comunità: "I preti della chiesa cattolica romana e del mondo" – ha detto – "dovrebbero incoraggiare a rompere il muro del silenzio e dire la verità sulla propria identità sessuale. Mi impegnerò a non vivere la mia vita nell’ombra del segreto. Prometto di essere autenticamente me stesso. Abbraccerò la persona che Dio ha creato in me".

Si mostra così padre Greg, finalmente trasparente: "Fin dai giorni del seminario negli anni 80, mi è stato insegnato che l'omosessualità è qualcosa di disordinato, indicibile, qualcosa da punire. Gli amici con ‘amicizie particolari’ sono stati immediatamente rimossi dalla scuola a causa di ‘problemi familiari’. Durante il mio ultimo anno, un frate condusse un'indagine per cercare di identificare e punire gli studenti sessualmente attivi. Dopo essere stato interrogato, mi è stato detto direttamente che se fossi stato sorpreso a parlare di questo con altri, sarei stato congedato immediatamente dalla scuola. A causa della cultura della vergogna e della segretezza intorno alle questioni sessuali in seminario, gli studenti vivevano nella paura e si sentivano costretti a rimanere in silenzio. Era evidente che la dirigenza voleva che tutto fosse messo sotto il tappeto. È stato in questo ambiente segreto che sono cresciuto". 

A raccontare la vicenda è il National Catholic Reporter. Dal Minnesota, lo stesso giornale racconta invece una vicenda che non ha avuto lo stesso esito felice: è la storia di due coristi della chiesa di san Francesco Saverio, a Shafer, Bob Bernard e Travis Loeffler, che sono stati allontanati dopo che il parroco ha scoperto il loro matrimonio gay. Loro si sono presentati comunque a messa, sedendosi tra i banchi. "Non volevamo che la gente pensasse che avevamo paura o che non avevamo più voglia di stare insieme a loro".

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