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Squinzi lancia l’allarme: “L’assenza di lavoro è la madre di ogni male sociale”

Il leader degli industriali sembra non avere dubbi sulla delicatezza della attuale situazione economica italiana: “L’Italia è sull’orlo del baratro. Le unità di lavoro sono calate di 1,4 milioni” dice dal palco dell’assemblea annuale di Confindustria. Poi aggiunge: “Fisco punitivo e opaco”.
A cura di Biagio Chiariello
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"La mancanza del lavoro è la madre di ogni male sociale" e "va affrontata in maniera strutturale e con equilibrio, intervenendo sul costo, produttività e regole". Con questi presupposti, le imprese "sono pronte a supportare l'azione del governo con investimenti e occupazione". Queste le parole del presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, durante la relazione introduttiva all'assemblea annuale. L'allarme sul fronte disoccupazione fa sì che "la tenuta del tessuto sociale" sia "messa a dura prova", continua Squinzi. In tale ottica, l'azione del Governo Letta "deve avere come pilastro portante delle proprie scelte la politica industriale". Servono riforme, a partire da una legge elettorale "che assicuri legislature piene e stabilità governativa", chiede il leader degli industriali al nuovo esecutivo. Ok all'impegno sul decreto dell'Imu, ma importante per Squinzi è anche "un fisco a supporto di chi crea ricchezza e la distribuisce, trasparente e rispettoso dei diritti dei cittadini e delle imprese. Questo ce lo aspettiamo e il paese lo merita".

La tenuta del tessuto sociale è messa a dura prova", aggiunge Squinzi, sottolineando che "le unità di lavoro sono calate di 1,4 milioni. L'occupazione è diminuita pericolosamente, crollata tra i più giovani. I disoccupati sfiorano i tre milioni". Ma, prosegue, "a onor del vero non è tutta colpa della crisi. Dal 1997 al 2007 il tasso di crescita dell'economia italiana è stato mediamente inferiore di circa un punto percentuale l'anno a quello dei paesi dell'area euro".

La crisi in cui versa il nostro Paese non riguarda però il Meriodione d'Italia: "Il nord è sull’orlo di un baratro economico – sottolinea Squinzi – he trascinerebbe tutto il nostro Paese indietro di mezzo secolo, escludendolo dal contesto europeo che conta". A causa delle sue "debolezza strutturali", il Mezzogiorno resta "una parte del Paese in cui lo sforzo per la crescita, lo sviluppo e l’occupazione assume le caratteristiche di una vera e propria sfida per la sopravvivenza".

Poi rivolgendosi direttamente al Premier Letta, il Presidente di Confindustria torna a sottolineare come in questo periodo il settore dell'edilizia stia vivendo "una crisi tanto profonda" da richiedere "un intervento speciale di filiera per salvare un volano fondamentale nell'economia del Paese". Un appello anche alle sigle sindacali, affinché si riesca ad intraprendere "un percorso comune" e sia possibile "ripensare il nostro sistema delle tutele".  Poi l'attacco, l'ennesimo, alla pressione fiscale. Oltre ad essere "punitivo", il fisco italiano è "opaco, complicato, e incerto nella norma". Ed è capace di "scoraggiare gli investimenti e la crescita".

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