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Shelton svela perché Sinner è ingiocabile sui campi in cemento indoor: “Precisione millimetrica”

L’americano impressionato da uno dei colpi più efficaci di Jannik. “Se penso ai tre avversari che ho affrontato qui Torino, mi rendo conto che hanno servito tutti lungolinea, ma lui è stato probabilmente il più vicino dei tre”.
A cura di Maurizio De Santis
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Ben Shelton ha fatto quel che poteva contro Jannik Sinner ma ha dovuto arrendersi alla forza di un avversario che quando decide di alzare il livello diventa ingiocabile per la maggior parte dei tennisti del circuito. E ha un'arma in più che lo ha reso devastante, soprattutto in questa edizione delle Atp Finals di Torino. "Sui campi indoor quando colpisce la palla al servizio la piazza molto vicino alle linee. E lo fa con una precisione millimetrica", dice l'americano che svela perché il numero due al mondo dà la sensazione di essere imbattibile in contesti del genere. Solo Carlos Alcaraz (che s'è confermato numero uno al mondo) è in grado di tenergli testa, ma quando si affrontano quei due è una guerra di altri mondi. E così (anche) all'americano non resta che accontentarsi di avergli dato filo da torcere.

Shelton spiega perchè Jannik è ingiocabile sul cemento indoor

Tre sconfitte in altrettante partite delle Finals e una smorfia sul viso. Shelton ha la faccia di uno che ha capito: quando hai davanti a te un Sinner che solleva il ritmo e sale di livello all'improvviso puoi solo sperare che commetta qualche errore. Altrimenti t'inchioda a fondo campo oppure ti lascia di stucco con l'effetto speciale che imprime alla palla. È successo all'americano, che a un certo punto è rimasto a guardare la traiettoria mentre la sfera cambia direzione all'improvviso. E che puoi fare? Poco o nulla.

"Se penso ai tre avversari che ho affrontato qui Torino – ha aggiunto in conferenza stampa dopo la sconfitta con Sinner – mi rendo conto che hanno servito tutti lungolinea, ma Sinner è stato probabilmente il più vicino dei tre. C'è una leggera differenza tra lui, Zverev e Auger-Aliassime in quello che hanno fatto in questo torneo". E tanto basta per arrivare al nocciolo della questione. "Penso che il suo servizio lo renda molto, molto difficile da battere qui. Ovviamente, la capacità di prendersi del tempo e colpire vincenti da punti diversi – dalla linea di fondo, da qualsiasi punto del campo – è un enorme vantaggio".

L'americano penalizzato dall'infortunio alla spalla

Shelton ha chiuso il 2025 e la stagione dei tornei in tono minore rispetto a quanto auspicato ma l'infortunio alla spalla subito agli US Open lo ha di fatto bloccato, fermandone l'ascesa sul più bello proprio quando sembrava aver raggiunto un livello di competitività alto. Basta azionare il rewind per avere contezza del percorso fatto finora: agli Australian Open arrivò in semifinale, al Roland Garros si fermò agli ottavi, a Wimbledon è riuscito a spingersi fino ai quarti. Bottino niente male negli Slam al netto della rivalità feroce di Sinner e Alcaraz. Il momento migliore è stata la vittoria del Masters 1000 di Toronto poi la spalla gli ha mandato un segnale forte e chiaro… e da lì in poi ha perso progressivamente smalto.

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