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Novak Djokovic vomita in campo a Shanghai: “Giocare in queste condizioni è brutale”

Il campione serbo ha spiegato cosa vuol dire andare in campo ogni giorno con una percentuale di umidità vicina all’80%. “E, di mattina, col sole, è anche peggio”.
A cura di Maurizio De Santis
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Il caldo e l'umidità rendono estreme le condizioni che i tennisti devono affrontare a Shanghai. Novak Djokovic ne ha parlato dopo aver vinto in tre set la partita contro Yannick Hanfmann. "Di mattina, col sole, è anche peggio…". E il fatto stesso che il serbo abbia vomitato in campo è stata la riprova di quali sono le difficoltà che i giocatori devono affrontare. Lo stesso Jannik Sinner ha dovuto arrendersi ai crampi e a ritirarsi. Nole invece no, ha avuto un piccolo malessere e, nonostante il conato, ce l'ha fatta a continuare il match.

Le condizioni estreme per caldo e umidità a Shanghai

Domani lo attende la sfida degli ottavi con Munar, come ci arriva? Il serbo non usa giri di parole, non si nasconde, dice semplicemente la verità sul clima e sul contesto ambientale che mettono a dura prova il fisico. Ma ammette di trarre energia vitale dal grande sostegno che gli viene tributato dal pubblico cinese.

"È così per tutti, ma è brutale quando hai l'80% di umidità giorno dopo giorno… è dura soprattutto per chi gioca al mattino perché il sole peggiora tutto. Per me, biologicamente, è più difficile affrontare questo genere di situazioni. Oggi ho dovuto affrontare queste circostanze…". Ma è riuscito a resistere per tutta la durata della gara (circa 3 ore) con il tedesco . "Lui ha giocato benissimo ma davanti a questa gente che urlava il mio nome è stato come essere in un sogno. A 38 anni non potrei chiedere di più".

Hanfmann sconfitto in 3 set: "Una battaglia incredibile"

"È stata una battaglia incredibile". Bastano queste poche parole per rendere bene l'idea di quanto, al di là del meteo e degli effetti del caldo, Djokovic abbia dovuto faticare per domare le ambizioni di Hanfmann. "Yannick è andato molto vicino a battermi. È stato migliore di me per un set e mezzo. Mi ha messo molta pressione e ha giocato molto velocemente. L'unica cosa che ho potuto fare è stata restare in partita e pensare a come avrei potuto ribaltare la situazione. Credo di aver iniziato a leggere meglio il suo servizio verso la fine del secondo set".

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Il servizio asso nella manica: "Il mio colpo migliore"

"Il mio colpo migliore". Djokovic si concentra anche su alcuni aspetti tecnici della sua esperienza a Shanghai. E confessa che l'efficacia del servizio lo ha tratto d'impaccio. È stata, finora, una sorta di asso nella manica. "Su questo tipo di campi è importante servire bene. Direi che questo è stato il mio colpo migliore nei primi due round che ho giocato qui". E a riprova di questa riflessione chiama in causa quanto fatto da Hafmann. "Mi ha strappato il servizio nel primo set e ha mantenuto bene il servizio nel secondo. Anche se i campi e le palle sono più lenti rispetto all'anno scorso, fare punti al servizio è stato importante anche per lui".

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