Musetti si scusa dopo la frase infelice sui cinesi: “Ero stressato, sono pentito e provo molto rimorso”

Lorenzo Musetti ha fatto passare qualche ora e poi ha pubblicato sul proprio profilo Instagram un lungo messaggio di scuse per la frase infelice sui cinesi che gli era scappata durante il match vinto nei sedicesimi del torneo di Pechino contro Giovanni Mpetshi Perricard. "Sti cazzo di cinesi… tossiscono sempre!", aveva esclamato dopo aver perso un punto, evidentemente disturbato da quanto accadeva fuori dal campo. Parole che gli sono valse durissimi attacchi sui social e che hanno indotto il 23enne carrarino a mettere nero su bianco scuse molto articolate verso il popolo cinese.
Il messaggio di scuse di Lorenzo Musetti ai cinesi: "Me ne pento profondamente e provo molto rimorso"
"Vorrei scusarmi sinceramente per quello che ho detto con frustrazione ieri durante la mia partita – ha scritto Musetti – Le mie parole erano rivolte solo a pochi individui in mezzo al pubblico che tossivano ripetutamente e disturbavano il gioco. Non sono mai state, in alcun modo, indirizzate al popolo cinese. È successo in un momento di stress e tensione nel secondo tie-break, ma comunque questa non è una scusa. Mi rendo conto che il modo in cui mi sono espresso è stato sbagliato e inappropriato, e ha ferito i sentimenti di molti tifosi cinesi. Me ne pento profondamente e provo molto rimorso".
"Ho sempre ammirato il popolo cinese e apprezzo molto giocare nel vostro Paese – ha continuato Musetti nel suo messaggio di scuse – Vengo a giocare in Cina dal 2018 e qui mi sento sempre il benvenuto. Sono grato per l'incredibile supporto che ricevo costantemente e per i tanti fan che ho in Cina. Ancora una volta, sono davvero dispiaciuto. Vi rispetto profondamente, qui mi sento a casa, e apprezzo il calore e la gentilezza che ho sempre ricevuto da voi. Con rispetto e gratitudine, Lorenzo".
Quanto i cinesi abbiano apprezzato le sue scuse, lo si saprà domani, quando Musetti sarà in campo per il suo match di ottavi di finale contro il francese Adrian Mannarino.