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Musetti rischia grosso al Roland Garros, Tiafoe fa la spia con l’arbitro: Lorenzo se la cava

Gesto di nervosismo di Musetti nella partita del Roland Garros contro Tiafoe. Lorenzo rischia grosso ma se la cava con un warning.
A cura di Marco Beltrami
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Lorenzo Musetti ha ricevuto un provvedimento disciplinare nel corso del terzo set del match contro Tiafoe per un motivo molto particolare. In pochi hanno compreso subito quanto accaduto, con il giudice di sedia che ha punito l’azzurro con un “warning”, ovvero un’ammonizione. Il suo avversario, che si era accorto di tutto, ha segnalato il comportamento del tennista italiano, facendo un po’ la spia.

Musetti e il gesto di nervosismo contro Tiafoe, arriva il warning

L’episodio si è verificato nelle fasi finali del secondo set, prima di un turno di servizio di Lorenzo e dopo un gran punto dell’americano. Quest’ultimo ha cambiato racchetta, avvertendo l’arbitro e chiedendo anche un cambio corde per il suo attrezzo. Nel frattempo, però, è successo qualcosa dall’altra parte del campo: Musetti, mentre recuperava le palline dai raccattapalle per andare a servire, ha avuto uno scatto di nervosismo.

Pallina calciata verso una giudice di linea

Ha infatti calciato una pallina passatagli con il sinistro, colpendo una giudice di linea nei pressi del tabellone. Fortunatamente non si è trattato di un colpo violento né in zone sensibili, e la collaboratrice del giudice di sedia non ha fatto una piega. Tiafoe ha assistito alla scena e ha alzato la racchetta, indicando Musetti e sottolineando il suo comportamento non corretto.

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Musetti se la cava, Tiafoe fa la spia e chiede provvedimenti

L’arbitro ha quindi annunciato al microfono un “warning” per Musetti, ovvero il primo grado di provvedimenti disciplinari (il più lieve) previsti dal regolamento. Il tennista italiano ha alzato la racchetta in segno di scuse, senza nemmeno guardare né il giudice di sedia né il suo avversario. Il carrarino ha proseguito la partita cercando di rimanere concentrato. Per sua fortuna, nessuna conseguenza più grave, anche perché l’ufficiale ha valutato i parametri previsti dal regolamento: gravità dell’impatto, pericolosità o negligenza del gesto, livello di controllo del giocatore e conseguenze dell’incidente.

Nessuna squalifica, dunque, ma solo un’ammonizione. Diversamente da quanto accaduto in casi ben più gravi come quelli di Djokovic nel 2020, Shapovalov nel 2017 e Nalbandian nel 2012, tutti puniti con la squalifica.

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