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Medvedev stravolto ma felice a Shanghai, ha una teoria curiosa: “Io soffro altrove, qui soffriamo tutti”

Medvedev dopo la vittoria a Shanghai: “Condizioni durissime, ma qui soffriamo tutti. Con il nuovo staff è solo un cambio di energia”.
A cura di Marco Beltrami
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Daniil Medvedev stravolto ma felice. Il tennista russo non ha avuto tempo per riprendersi dopo la bella vittoria contro Davidovich-Fokina ai sedicesimi di Shanghai e ha dovuto subito fare i conti con l'intervista in campo. Sudatissimo e molto stanco, il numero 18 del mondo ha mostrato i segni della fatica accentuati dalle difficili condizioni di gioco di Shanghai. Impossibile non partire proprio da questo, sempre alla sua maniera quasi scanzonata.

La curiosa teoria di Medvedev, Shanghai gli piace perché soffrono tutti

Quando l'interlocutore, mentre lui si asciugava la testa e i capelli, ha fatto riferimento all'85% di umidità, Medvedev non ha nascosto gli sforzi fatti: "Sì, non è stato facile, né per me né per lui (ride, ndr). In realtà, mi piace questo torneo perché io sono uno che, quando ci sono almeno 28 gradi, soffre. Molti altri no: loro soffrono quando ci sono 33 gradi con umidità. Quindi sì, io soffro in tanti tornei. Qui, invece, soffrono tutti. A volte comunque volevo entrare in campo e colpire più forte, ma non ci riuscivo".

Una teoria curiosa, in pieno stile Medvedev. In un torneo in cui tutti stanno pagando a caro prezzo le condizioni ambientali molto difficili (vedi Sinner), il russo, seppur provato, va controtendenza: "Questo mi mette un po’ nella stessa condizione di tutti gli altri. Perciò ne sono contento. Ma sì, avrei potuto giocare meglio. Sono stato un po’ disordinato nel secondo set, però sono felice del quadro generale del mio gioco adesso. E sono contento di aver vinto".

Il nuovo corso di Medvedev dopo il cambio di coach

Un’occasione anche per parlare della rivoluzione nel suo staff tecnico, con l’addio a Gilles Cervara e l’inizio del sodalizio con Thomas Johansson e Rohan Goetzke: "Non siamo insieme da molto tempo. Quindi qualunque cosa accada ora, non dovremmo attribuirla solo all’allenatore. È più un cambiamento generale. Sono stato con Gilles a lungo e alla fine qualcosa non funzionava. Eravamo d’accordo entrambi sul fatto che servisse un cambiamento ed è solo un cambio di energia. E mi piace quello che Thomas mi dice di tanto in tanto: piccoli dettagli, perché so come si gioca a tennis, ma ho bisogno di alcuni dettagli qua e là. E finora sta funzionando molto bene e ne sono felice".

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