Marco Panichi: “Non posso parlare di Sinner”. Poi però: “Una cosa credo di poterla dire”

La vita continua, anche dopo le separazioni più dolorose. Vale nel privato, ma anche nel lavoro. Marco Panichi sicuramente ha sofferto per il benservito datogli all'improvviso da Jannik Sinner lo scorso giugno, prima del torneo di Wimbledon che poi il campione azzurro avrebbe vinto. Il preparatore atletico romano fu fatto fuori assieme al fisioterapista Ulises Badio (figure oggi rimpiazzate dal rientrante Umberto Ferrara e dalla new entry Alejandro Resnicoff), nell'impazzare delle voci più disparate sui motivi della drastica decisione dell'altoatesino. Panichi oggi è nello staff di Holger Rune (alle prese con la riabilitazione dopo la rottura del legamento crociato) e oppone un fermo rifiuto quando gli si mette davanti l'argomento Sinner: "Del mio rapporto con Jannik non posso parlare, per ragioni contrattuali". Poi però non tiene fede a questa premessa e dice una cosa molto bella sul periodo trascorso col numero due al mondo.
La sola cosa che Marco Panichi dice di Jannik Sinner: "Uno dei momenti più belli della mia vita"
"Una cosa credo di poterla dire: i tre mesi della sua squalifica sono stati uno dei momenti più belli della mia vita professionale. Abbiamo lavorato a fondo, sempre divertendoci e scambiando molte cose con grande rispetto", è quello che Panichi si sente di dire sul suo rapporto con Sinner. Era primavera di quest'anno, poi evidentemente qualcosa si è rotto, ma i bei ricordi col passare del tempo leniscono le ferite.

Panichi ha 61 anni e un'esperienza sconfinata nel preparare dal punto di vista fisico i tennisti di altissimo livello, con l'apice raggiunto con la lunga collaborazione con Novak Djokovic (2017-2024) e poi con Sinner (dal settembre 2024 al giugno 2025). Quando gli si chiede chi sono i migliori atleti con cui ha lavorato, il romano fa un nome a sorpresa oltre ai due fuoriclasse: "Il tennista deve essere come un bravo decatleta, non troppo resistente o esplosivo – spiega a ‘Repubblica' – Una via di mezzo. Novak e Jannik sono fisicamente i più adatti. Ma a livello di capacità atletiche, Fognini era impressionante. Come Rune: non puoi ‘fregarlo' con una smorzata. È un piacere vedere come si muove Jasmine Paolini: ha una forza incredibile. Le gambe di Iga Swiatek sono le migliori del circuito. Pure Emma Navarro ha grandi potenzialità".
Quanto al doping, Panichi dice che è "un gran pericolo: moralmente, e per le ripercussioni sul fisico degli atleti. Ma nel tennis ci sono così tanti controlli che stento a credere che qualcuno possa truccare le carte. Meglio lavorare sodo, ogni giorno. Con la fantasia. E il sorriso". Per lui ritrovato, dopo aver assorbito la botta.