Flavio Briatore: “Sinner non è benvoluto perché c’è una cosa che in Italia non gli perdoneranno mai”

Flavio Briatore dà una risposta molto schietta quando gli chiedono di Jannik Sinner e di tutto quanto fa parte del corredo accessorio di polemiche che lo accompagnano. "In Italia ti perdonano tutto meno il successo", dice il manager che a Torino si trova per il taglio del nastro del suo nuovo brand nel campo della ristorazione. E quanto accaduto, anche di recente, al numero due al mondo ne sarebbe la riprova: è un idolo sì, ma col bersaglio sempre disegnato sulla schiena. Appena volta le spalle sono pronti a impallinarlo… "Jannik è un campione straordinario ma invece di sostenerlo si fa sempre di tutto per trovare un difetto, qualcosa che non funziona. E perché vai qui e perché vai lì…".
Briatore le critiche a Sinner: "Per essere benvoluto in Italia devi essere un miserabile"
Gli fanno le pulci e su cosa? Facile facile immaginare quali possano essere le obiezioni sollevate nei confronti del campione che per molti è italiano solo sulla carta e poco sensibile al richiamo delle amate sponde. Ha rifiutato l'invito del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Vive a Monte Carlo e non paga le tasse in Italia. Ha detto no alla Coppa Davis. A casa parla tedesco. E che indelicato nel fare battute sul Presepe. Sono alcune delle biasimi che alimentano il rumore del fuoco amico. "Accade a chiunque abbia successo – aggiunge Briatore -. Per essere benvoluto in Italia devi essere un miserabile".

Il salto sul carro del vincitore: "Ora che c'è lui sono tutti tennisti"
Briatore continua il suo ragionamento e censura anche un altro atteggiamento tipico del tifoso medio italiano: il salto sul carro del vincitore e la capacità di svegliarsi, un giorno sì e l'altro pure, allenatori (un po' di meno perché il calcio non regala più le stesse soddisfazioni di una volta), esperti di nuoto, sci, pallavolo, tennis e quant'altro ci veda spiccare sul podio più alto in discipline alternative al mondo del pallone. "Adesso che c'è Jannik siamo tutti tennisti, quando c'era Tomba eravamo tutti sciatori, quando c'era Luna Rossa eravamo tutti velisti anche se non avevamo mai visto una barca".
Domanda secca: le piace il tennis? Replica altrettanto netta: "Secondo me il tennis è noioso perché più o meno i primi dieci, quindici sparano tutti bene, forte". A onor del vero, eccetto Sinner e Alcaraz il resto appare anche più dietro. Briatore sarà a Torino per le ATP Finals che chiuderanno la stagione agonistica? "Ho chiesto al mio manager di contattare Jannik, è pazzesco. Ma non posso restare per vederlo perché ho appuntamenti di lavoro in Brasile e a Las Vegas".

Il Circus dei Motori e della Formula 1 lo porterà in giro da una parte all'altra del globo. Nella valigia del manager e uomo d'azienda che viaggia leggero ha tutto quel che gli serve: "La creatività di un imprenditore è quella di creare posti di lavoro e noi creiamo opportunità – la riflessione di Briatore –. Anche se il problema che abbiamo in Italia è che si perdona tutto tranne il successo. E questo succede a chiunque".
 
		 
  