Ex giudice di linea a Wimbledon racconta come vengono mortificati da quando sono stati demansionati

Nonostante il torneo di Wimbledon si avvii ormai verso la sua conclusione, gli amanti della tradizione non si sono ancora abituati all'assenza degli iconici giudici di linea, sostituiti dalla tecnologia. In realtà, alcuni di questi addetti ai lavori non sono stati congedati, ma semplicemente demansionati. Un ex arbitro e giudice di linea, infatti, ha parlato della nuova triste realtà di alcuni ex colleghi, definiti addirittura "maggiordomi".
Cosa è cambiato a Wimbledon con la tecnologia, cosa fanno ora i giudici di linea
Le chiamate elettroniche automatizzate permettono di valutare se una pallina è fuori o dentro a Wimbledon, con buona pace dei giudici di linea, che con i loro gesti e le loro chiamate segnalavano tutto. Nonostante il ricorso al mezzo tecnologico, non sono mancate le polemiche, visto che ci sono state clamorose sviste legate proprio al funzionamento del sistema elettronico, rimasto silente o andato in tilt in alcune partite.
Sul campo, oltre al giudice di sedia, è rimasta una manciata di addetti ai lavori che oggi ricoprono un ruolo ridotto di "assistenti di partita". L’unica cosa in comune con il passato è la posizione, che farebbe pensare a un supporto sulle chiamate dell’arbitro, ma non è così. Tra i loro compiti ci sono l’accompagnamento dei giocatori in bagno e l’apertura dei tubetti di palline nuove, oltre alla partecipazione a iniziative di sponsorizzazione con partner come Ralph Lauren.

Il racconto dell'ex giudice di linea sui maggiordomi in campo
Pauline Eyre, ex giudice di linea che ha lavorato nei tornei dello Slam dal 1998 al 2003, in un’intervista al Daily Mail ha spiegato nel dettaglio il nuovo ruolo di quelli che un tempo erano colleghi: "Adesso ci sono due assistenti di partita su ogni campo, ed è per questo che sono ancora seduti nella vecchia posizione di servizio, quindi sembra che stiano chiamando, ma non è così. Sono lì per assistere l’arbitro con i cambi di palle, quindi aprono i contenitori di palline e supervisionano i raccattapalle, che però non ne hanno bisogno, perché sono fantastici. E accompagnano i giocatori in bagno, perché quando un giocatore ha bisogno di una pausa, deve essere accompagnato da un arbitro, in quanto non gli è permesso ricevere cure mediche. Quindi qualcuno li accompagna e si assicura anche che tornino in orario, perché è una pausa cronometrata".
Insomma, una sorta di umiliazione per quelli che sono diventati dei "maggiordomi glorificati". Eyre non può che essere amareggiata: "Era un ruolo estremamente qualificato. Ora è bello, perché possono ancora essere coinvolti, ma non stanno più usando le loro straordinarie capacità. Sono lì per assomigliare a questa idea terribilmente antiquata di un maggiordomo che è lì solo per servire un po’, per così dire, in contrapposizione a professionisti che lavorano sodo e hanno grandi competenze".
L'intelligenza artificiale ci sta portando via il lavoro, la denuncia della ex giudice di linea
Molti di questi assistenti apprezzano comunque la possibilità di essere ancora presenti a Wimbledon, ma la maggior parte si annoia: "Avvertono la mancanza, la perdita di tutti i loro colleghi. Quindi, invece di un’atmosfera vivace con 300 persone e del ritrovarsi con vecchi amici, ci troviamo di fronte a un numero molto limitato di persone. Mi dispiace molto. Lo trovo frustrante, ed è il microcosmo di un problema più grande".
Insomma il passaggio alla modernità dovrebbe essere gestito meglio: "Siamo molto bravi a utilizzare le nuove tecnologie e a valutarne l’uso, ma non siamo altrettanto bravi a capire perché lo facciamo e se sia meglio per noi come cultura. Quello che sta realmente accadendo è che l’intelligenza artificiale ci sta portando via il lavoro, quindi non possiamo permetterci alcun tempo libero. Ci sta portando via le nostre competenze e ci sta rendendo stupidi.”
Al di là del ruolo limitato, ciò che manca all’ex giudice è proprio la presenza umana sul campo: "Ecco perché sono triste: avete tolto il lavoro a 250-300 persone, semplificato il lavoro di altre 80, e portato via qualcosa di davvero bello a Wimbledon, e che era davvero bello anche agli US Open e agli Australian Open. È davvero triste: la macchina non può scendere dalla sedia dell’arbitro e andare a controllare Grigor Dimitrov mentre piange in campo. Sostituite pure gli arbitri, se volete, sostituite tutti con le macchine. Ma non migliorerà il tennis. Ne uscirà sicuramente impoverito, perché abbiamo bisogno di persone".