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Australian Open

Djokovic riceve una borraccia ma non beve: è accompagnata da un misterioso biglietto

Novak Djokovic torna a far discutere agli Australian Open, per la misteriosa bottiglietta recapitatagli in campo. Il serbo però era più interessato all’etichetta.
A cura di Marco Beltrami
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Novak Djokovic ha letteralmente polverizzato Alex De Minaur negli ottavi di finale degli Australian Open. L'ex numero 1 al mondo ha concesso appena 5 giochi all'australiano, non proprio uno che si arrende facilmente, confermandosi il favorito principale per la vittoria del titolo. E pensare che Nole sostiene di non essere nemmeno al top con la questione relativa al suo infortunio che continua a tenere banco e a far discutere soprattutto per merito di chi considera il tutto una sorta di "pre-tattica". A proposito di polemiche, si è tornato a parlare del caso delle misteriose bibite utilizzate da Djokovic durante i match alla luce di quanto accaduto anche in Australia.

Si tratta della terza volta in 6 mesi che a Djokovic durante una partita arriva una bevanda da utilizzare a match in corso da parte di un componente del suo team. Dopo il primo caso andato in scena a Wimbledon, fece molto "rumore" la situazione della finale del Masters 1000 di Parigi di novembre persa contro Rune, quando qualcuno ha ripreso il suo fisioterapista impegnato con fare quasi misterioso a preparare un particolare drink sugli spalti, consegnato poi attraverso un raccattapalle a Nole. Di cosa si trattava? Cosa c'era nella borraccia? Djokovic ci ha scherzato su, parlando di "pozione magica". In realtà potrebbe trattarsi di soluzioni isotoniche (nello Slam londinese è stato accertato) o bevande energetiche, arricchite di vitamine ed elettrolitiche con lo scopo per gli atleti di reintegrare il glucosio, i liquidi e gli elettroliti che si perdono durante l'attività. Tutto consentito?

Il copione si è ripetuto anche in questa edizione degli Australian Open, durante il confronto tra Novak e Enzo Concacaud nel secondo turno. Il solito "rito" si è verificato al termine del secondo set perso dal serbo che ha chiesto un time-out medico per provvedere ai soliti fastidi al tendine del ginocchio. Nel video si vede uno dei componenti del suo staff passare ad un addetto ai lavori una bottiglietta con una particolare etichetta arrotolata sulla stessa. Dopo il via libera del giudice di sedia, il tennista ha invitato l'ufficiale a fare in fretta come se volesse bere subito e ha preso così la bottiglia, leggendo prima però l'etichetta. Molto attento a quanto vi fosse scritto, il giocatore ha poi messo da parte la "borraccia" dimostrando di essere interessato prima di tutto al bigliettino, ed è stata proprio questa scena che ha alimentato ulteriori polemiche.

In tanti hanno ipotizzato che sul biglietto ci sarebbero potute essere delle indicazioni tecniche, una sorta di coaching scritto per superare il fatto che le parti si trovassero dalla parte opposta del campo. Con la lettura del piccolo ritaglio, Djokovic sembra avere smentito chi ha ipotizzato che quello fosse solo un biglietto adesivo per coprire magari il nome di un prodotto che non rientra nel giro dei suoi sponsor. Il caso è montato sui social dividendo l'opinione pubblica a suon di tweet: da chi ha minimizzato sottolineando le solite "cospirazioni" quando si parla di Djokovic, a chi invece ha chiesto semplicemente di chiarire la cosa una volta per tutte, per smentire il possibile escamotage.

Insomma un ulteriore motivo di discussione su cui però per ora Djokovic non si è espresso. D'altronde ha già il suo bel da fare il nove volte vincitore degli Australian Open per smentire chi parla di un finto infortunio. E su questo argomento Nole è stato perentorio, tirando in ballo anche illustri colleghi: "Lascio a loro i dubbi, quelli che dubitano, che continuino a dubitare. Solo i miei infortuni sono ‘sospetti', e quando altri giocatori si infortunano, loro sono le vittime, e io sono quello che finge. È molto interessante, sai chi è. Non ho la sensazione di dover dimostrare qualcosa a qualcuno, ho le radiografie di quest'anno, la risonanza magnetica, l'ecografia, è tutto dimostrato. Non so se lo pubblicherò in rete. Dipende da come mi sento. Non mi interessa quello che dice e pensa la gente. Continua solo quella narrativa intorno a me che è diversa dagli altri giocatori. Ci sono abituato e mi dà forza in più". Un riferimento chiaro a Rafa Nadal, per un Novak Djokovic che si sente perseguitato.

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