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Corrado Barazzutti: “Vi spiego perché Musetti è l’unico che può stare tra Sinner e Alcaraz oggi”

Corrado Barazzutti ai microfoni di Fanpage ha parlato di Lorenzo Musetti, e della sua crescita. Un’occasione anche per tornare sul duello Sinner-Alcaraz e sulla sconfitta di Jannik contro Bublik.
A cura di Marco Beltrami
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Corrado Barazzutti ha sempre creduto nelle potenzialità di Lorenzo Musetti. L’ex campione azzurro, oggi collaboratore del team del numero 7 al mondo, non ha mai avuto dubbi: Musetti è il primo vero nome che, allo stato attuale delle cose è capace di inserirsi tra i giganti Sinner e Alcaraz, protagonisti della straordinaria finale del Roland Garros.

Ai microfoni di Fanpage.it, Barazzutti ha affrontato diversi temi con il consueto stile pacato e diretto, manifestando grande orgoglio per il percorso di crescita di Musetti e soffermandosi anche sul momento d’oro del tennis italiano. Un'occasione anche per parlare del sorprendente ko di Sinner contro Bublik ad Halle.

Corrado, quanto ti ha stupito la sconfitta di Sinner con Bublik?
"Mi ricordo che una volta Bublik disse a Sinner: ‘Tu non sei umano, sei inumano'. Eppure, nelle ultime due partite abbiamo visto un Jannik molto più umano di quanto il pubblico potesse immaginare. Anche lui, come tanti altri, come è successo ai più grandi della storia, da Djokovic a Federer, ha perso una partita con match point a favore. E in quest’ultima occasione, contro il pubblico e contro ogni pronostico, ha ceduto al secondo turno. Ma resta comunque Jannik Sinner: il numero uno del mondo, un giocatore dal talento straordinario e dal valore indiscutibile. Semplicemente, un campione umano".

Bisognerà adattarsi all'erba.
"Anche i più grandi possono perdere: possono fallire con match point a disposizione, possono inciampare all’esordio, soprattutto su una superficie come l’erba, che è infida e piena di insidie. Dove ogni dettaglio può fare la differenza e dove gli incidenti di percorso sono all’ordine del giorno".

Pensi che questa sconfitta possa tornare utile a Sinner?
"Io non mi preoccuperei troppo di questa sconfitta contro Bublik. Può succedere, e succede anche ai migliori. È capitato anche a Sinner. Anzi, credo che proprio questa battuta d’arresto potrà rivelarsi preziosa. Gli servirà per alzare ulteriormente il livello di attenzione in vista di Wimbledon, per allenarsi con ancora più intensità e cura. Sono convinto che vedremo un Jannik più pronto, più concentrato e più determinato sull’erba dell’All England Club".

Tornando indietro, sei rimasto stupito dal livello della finale con Alcaraz al Roland Garros?
"Avevo annunciato in un'intervista che il match sarebbe stato estremamente equilibrato rispetto a Roma e che sarebbe stata anche una finale completamente diversa, perché Sinner arrivava a Parigi con già tanto tennis sulle spalle, una finale giocata a Roma e con il ritmo partita ritrovato".

Quindi ti aspettavi questo livello di Sinner post-sospensione?
"Pensavo di vedere un Sinner molto più forte rispetto a Roma, per una partita che, dal mio punto di vista, sarebbe stata molto equilibrata. Non sono rimasto sorpreso dal match, me l’aspettavo. Ha avuto anche dei risvolti diabolici (ride, ndr), ma si sa che il tennis è così. Uno spettacolo bellissimo, al di là delle aspettative, anche se prevedevo equilibrio".

Pensi che Sinner e Alcaraz siano sullo stesso piano, e la sconfitta sia episodica? Oppure Jannik deve migliorare in qualcosa?
"Credo che Sinner sia competitivo al 100% anche sulla terra, rispetto al passato in cui faceva un po' più di fatica. Sai, sulla terra si gioca una palla in più, con il servizio fai meno punti, i colpi devono essere più consistenti e gli scambi più lunghi. Insomma, un tennis che fino a poco tempo fa gli era meno gradito rispetto alle superfici dure o veloci, soprattutto indoor. Credo che ora non faccia più quella fatica rispetto al passato, e da un anno a questa parte può vincere ovunque, su tutte le superfici, e con lo stesso stile".

Il Roland Garros ci ha detto che Musetti è forse l'unico, con un tennis completamente diverso, a poter tenere testa ai due battistrada. Sei d'accordo?
"Musetti è dietro Alcaraz e Sinner secondo me. Aspettiamo Fonseca e altri giocatori interessanti come Shelton, che è giovane e può far bene anche sulla terra. Mi piacciono molto loro due, ma c'è anche Mensik e poi Machac. Al momento, e lo dicono i risultati, Musetti è quello che è cresciuto più di tutti tra i giovani che stavano dietro. Prima lo dicevo, ma i risultati non confortavano il mio parere. Ha trovato un equilibrio e un tipo di gioco consistente e ordinato, per un tennis di base semplice che viene esaltato dalle sue qualità e dalla fantasia".

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E sulle altre superfici?
"Certamente, Lorenzo è l'unico che può stare in mezzo a Sinner e Alcaraz. Sulla terra in particolare è forse l'unico capace di batterli, poi sui campi duri diventa un po' meno competitivo degli altri. Sull'erba va bene, ha fatto semifinale a Wimbledon l'anno scorso. Ho sempre pensato però che la terra sia la sua superficie migliore, e lì possa essere uno dei top al mondo, e me l'ha dimostrato".

Quanto orgoglio e quanta soddisfazione c'è dopo le tante critiche ricevute in passato da Lorenzo?
"C’è tanta soddisfazione, per quanto mi riguarda, perché ho sempre creduto nelle qualità di Lorenzo. Ho sempre pensato che potesse essere uno dei migliori giocatori al mondo, e l’abbiamo pensato in tanti. Poi magari qualcuno ha avuto dubbi, ma io no. Ho sempre pensato che sarebbe stata questione di tempo, e di riuscire come è stato fatto a dargli un po’ più di ordine nel suo gioco, renderlo più consistente e migliorare il suo servizio, lasciandogli la vena da artista come ciliegina sulla torta. I risultati sarebbero arrivati, e quindi per questo c’è grandissima soddisfazione".

Possiamo dire insomma che è stato fatto un lavoro molto importante su Musetti.
"Sono stato vicino a Tartarini e a Musetti, faccio parte del loro team e non è discutibile il fatto che Simone sia il grande costruttore. Colui che ha scoperto e costruito Lorenzo, lavorando su di lui. Tra le altre cose, anche il servizio l’ha cambiato con un’intuizione, e ora va molto meglio. Però io sono stato vicino a loro in questo processo, e sono contento di aver potuto dare il mio contributo per aiutare il team ad accelerare questo percorso, tutto per far giocare meglio Lorenzo e tirare fuori le sue qualità. È una grande gioia per Simone, che da anni ha creduto in Lorenzo, lavorando tantissimo e raggiungendo finalmente dei risultati importanti. Sono soddisfatto, e spero di aver dato un contributo per arrivare a questi traguardi".

Dove può arrivare dunque Lorenzo Musetti? Ora viene il bello?
"Mi auguro che questo sia solo l’inizio per Musetti, perché adesso è consapevole dei suoi mezzi. Ha le idee molto più chiare sul suo tennis, sa benissimo come deve giocare e credo che si stabilizzerà tra i migliori del mondo. Poi, nei prossimi anni, dovrà portare a casa risultati importanti, come gli Slam".

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Lui e Sinner si sono scambiati parole bellissime, e hanno una grande considerazione reciproca. Due top ten, l'avresti mai immaginato?
"Sono ragazzi che si conoscono da tutta la vita, si rispettano e, a parte la rivalità che è assolutamente sana, sono in cima al mondo. Rappresentano l’Italia, sono amici, e queste parole reciproche confermano il rispetto. È qualcosa che fa molto bene al tennis italiano. A parte loro due, il nostro tennis, con tutti i giocatori che abbiamo, vive un momento magico. Un gruppo di ragazzi che stanno bene insieme, anche durante i tornei, e si rispettano. È un gruppo che trasmette segnali positivi e fa bene a questo sport".

Insomma il tricolore sventola forte, e poi ci sono giovani come Cinà, Basile, Vasami che stanno arrivando.
"È difficile immaginare di ritrovarsi con questo gruppo: ricordiamoci anche Berrettini, che ha avuto dei problemi, ma è stato finalista a Wimbledon e uno dei migliori giocatori del mondo. E poi il tennis femminile. Un momento come questo, con il numero uno, il sei e una pattuglia di giocatori e giocatrici… non so se qualcuno se lo sarebbe potuto aspettare. Credo nessuno. Abbiamo anche un bel gruppo di ragazzi dietro, e questo è molto significativo, perché dimostra quanto sono migliorati i nostri maestri e soprattutto gli allenatori. Quando si cominciano ad avere così tanti risultati, significa che si lavora bene e chi forma è davvero capace".

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