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Australian Open

Berrettini e il ricorso al Ranking protetto, cos’è la norma di cui ha beneficiato anche Nadal

Il ritiro dagli Australiano Open per infortuni è l’ennesimo brutto colpo per il tennista romano. Come funziona la norma che dà diritto a una forma di classifica tutelata?
A cura di Maurizio De Santis
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L'annuncio del ritiro dagli Australian Open 2024 è un brutto colpo per Matteo Berrettini. La partita contro Stefanos Tsitsipas avrebbe dovuto rappresentare il suo ritorno alle competizioni dopo la lunga inattività iniziata a fine agosto scorso, a causa dell'infortunio alla caviglia subito agli US Open. Andò via in sedia a rotelle e da allora, eccezion fatta per una presenza d'incoraggiamento accanto all'Italia che ha trionfato in Coppa Davis, non s'è mai visto di nuovo in campo.

La comunicazione degli organizzatori del torneo è stata ferale: al suo posto in tabellone ci sarà il lucky loser belga Zizou Bergs ad affrontare il greco. La sorte gli ha fatto di nuovo lo sgambetto contro lo stesso avversario: a febbraio 2021 Berrettini salutò Melbourne senza mai giocare la sfida degli ottavi di finale a causa di uno stiramento addominale.

Il copione si ripete ed è doloroso anche alla luce di quanto accaduto in questo ultimo anno. Uscire così, abbandonando il palcoscenico direttamente da dietro le quinte, è l'ennesima tappa del calvario d'infortuni che ha visto The Hammer scivolare progressivamente nel Ranking Atp: a fine gennaio 2022 era 6°, adesso è precipitato fino al 125° posto.

Che succede adesso? L'incertezza sulle condizioni e sul futuro del tennista romano è un'ombra che s'allunga sulla carriera. Per non sprofondare potrebbe fare ricorso al cosiddetto beneficio del ‘Ranking protetto', presentando una richiesta specifica al CEO dell'Atp oppure al suo designato. Lo ha usato anche Rafa Nadal proprio in occasione dell'edizione attuale degli Australian Open.

Cos'è e come funziona la norma che dà diritto a una forma di classifica tutelata? In sintesi, il regolamento permette ai giocatori lontani dall'attività agonistica per un periodo minimo di almeno sei mesi, a causa di infortuni oppure altre motivazioni personali, di usufruire in sede di iscrizione a un torneo, per un periodo di un anno, della propria posizione media di classifica durante i primi e mesi dal suo stop.

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È una forma di tutela il cui ambito di applicazione consente di accedere "al tabellone principale o alle qualificazioni e non potrà essere ai fini del seeding, di eventuali ripescaggi come lucky loser oppure per la partecipazione alle Nitto Atp Finals". 

Quando entra in vigore questa sorta di salvagente per la carriera? "Per i primi 9 tornei a cui il giocatore partecipa (escluse wild card e iscrizioni come accettazione diretta con l'attuale posizione nelle classifiche) oppure per un periodo massimo di 9 mesi che decorre dal primo evento di tennis a cui il giocatore prende parte".

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Come postilla ulteriore c'è il riferimento a un lasso di tempo di inattività che duri anche da un anno: "Se un giocatore infortunato e non partecipa ad alcun evento di tennis per 12 mesi (e anche di più), il ranking protetto sarà valido per i primi 12 tornei di singolo e i primi 12 di doppio in cui il giocatore partecipa utilizzando il ranking protetto (escluse le wild card e le iscrizioni come accettazione diretta con la posizione attuale nelle classifiche Atp) o per il periodo fino a 12 mesi a partire dal primo evento di tennis (compresi quelli speciali e le esibizioni)".

Quando potrà tornare in campo Berrettini? Difficile dirlo adesso, alla luce dell'ipotesi del ricorso al ‘Ranking Protetto' e del periodo minimo di 6 mesi previsto si può solo azzardare che le prime date utili siano a marzo, con i Masters 1000 di Indian Wells e Miami oppure ad aprile.

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