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Covid 19

Incubo Coronavirus, Goggia: “I forni crematori sono in azione tutto il giorno, è orribile”

La campionessa olimpica di sci, Sofia Goggia, è bergamasca e ha raccontato in un’intervista a L’Equipe l’angoscia, il dolore e la paura di chi vive in quella zona del Nord devastata dal Covid-19. “Qui tutti conosciamo qualcuno che è morto e nessuno è al sicuro. All’inizio la situazione è stata sottovalutata”.
A cura di Maurizio De Santis
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"Qui tutti conosciamo qualcuno che è morto. I forni crematori sono in azione tutto il giorno, è orribile". Quando Sofia Goggia racconta nell'intervista a L'Equipe costa sta accadendo a Bergamo si gela il sangue nelle vene. L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato lo stato di pandemia per il Coronavirus ma in Italia, al Nord in particolare, contagio e diffusione del morbo hanno avuto effetti devastanti. Angoscia, dolore e paura hanno spazzato via il sorriso dal volto della campionessa di sci e ricacciato nel cono d'ombra la gioia per il trionfo Olimpico nel 2018 o per l'argento nel supergigante.

Lo sport italiano s'è fermato, il Coni ha imposto lo stop a tutta l'attività agonistica come misura precauzionale. I riflettori adesso sono puntati su un'altra gara da vincere, quella per la vita. Il decreto del Governo italiano ha previsto misure restrittive per agevolare il contenimento delle infezioni e altre di natura economica per fare fronte alle ricadute finanziarie della crisi provocata dall'emergenza sanitaria (qui tutti gli aggiornamenti in tempo reale).

Bergamo è la mia città – si legge nell'articolo pubblicato dal quotidiano francese – ed è terribile quel che sta accadendo. Per fortuna la quarantena e l’isolamento vengono rispettati. All’inizio la situazione è stata sottovalutata, ci è voluto troppo tempo per capire la differenza tra influenza e Coronavirus. Qui tutti conosciamo qualcuno che è morto. I forni crematori sono in azione tutto il giorno, è orribile. Giovani e anziani, nessuno è al sicuro.

Isolamento. Quarantena. Reclusione tra le mura di casa. Nell'attesa che arrivi un farmaco capace di debellare il virus, non c'è alternativa alla "distanza sociale" quale sistema per fermare la diffusione del morbo. Sofia Goggia spiega anche quanto sia difficile, anche se necessario, convivere con una situazione del genere.

Non vivo in centro, sono fortunata perché abito in una casa vicino a un grande giardino. Vado a correre ogni mattina in una piccola foresta. So che non dovrei, ma non incrocio nessuno, è come se fosse un parco privato. Non cambia troppo dalla mia solita vita quotidiana. Mentalmente è davvero difficile… perché non posso nemmeno avvicinarmi ai miei genitori.

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