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Olimpiadi invernali 2022 a Pechino

Il miracolo sportivo di Stefania e Amos: hanno messo l’Italia sulla mappa del curling mondiale

Grazie ad Amos Mosaner e Stefania Constantini siamo campioni olimpici nel curling, un’impresa che può dare impulso ad un movimento finora di nicchia: solo 333 tesserati in tutta Italia.
A cura di Jvan Sica
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Ora che Amos Mosaner e Stefania Constantini sono campioni olimpici del mixed doubles del curling alle Olimpiadi di Pechino, prima cosa che anche noi dobbiamo fare è non chiamare più questo sport “bocce sul ghiaccio”, perché non dice praticamente nulla delle bellezza dei due sport. Il curling ha una storia antica, molto probabilmente fu nella Scozia medievale che nacque e ancora oggi gli scozzesi sono tra i giocatori più bravi al mondo. Vivendo in un’Europa molto fredda al tempo, con laghi che in nord Europa si ghiacciavano costantemente ogni inverno, il curling si diffuse molto presto e ci sono due quadri di Pieter Bruegel il Vecchio entrambi del 1656, in cui ci sono gruppi di contadini olandesi che lo praticano.

Il gioco divenne una passione così forte in Scozia che i cittadini di Kilsyth decisero di creare uno stagno artificiale tramite una piccola diga che ghiacciandosi d’inverno diventava un campo da gioco sempre disponibile. Ovviamente a quel tempo le stones erano semplicemente delle pietre di fiume piatte, oggi costano più di 1000 euro e sembrano levigate come nessun’altra cosa al mondo.

Sempre gli scozzesi, che con il tempo iniziarono a fondare società e federazioni, contribuirono anche a diffondere il gioco, principalmente grazie agli immigrati che si stanziarono nella parte occidentale del Canada e trovarono terra per il loro passatempo. Il primo mondiale di curling, in onore di chi lo ha inventato e diffuso nel mondo, si chiamava Scotch Cup e si è tenuto a Kalkirk ed Edimburgo nel 1959.

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Una lunghissima storia ma anche un lungo viaggio per diventare sport olimpico e avere una vetrina inestimabile per farsi conoscere ovunque. Per fortuna furono gli organizzatori giapponesi di Nagano 1998 a voler inserire il curling ai Giochi, anche se un torneo di curling ci fu già alla prima Olimpiade di Chamonix 1924, ma fu presentato solo come evento dimostrativo, come accadde anche a Calgary 1988 e ad Albertville 1992.

Ora un po’ di nozioni base per farci trovare sul pezzo con gli amici al bar, o su skype perché purtroppo oggi è molto più probabile vedersi lì. Il campo, chiamato rink, è lungo tra i 45 e i 46 metri ed è largo più o meno 4 metri. La linea centrale che molto spesso gli atleti cercano di presidiare per le loro strategie si chiama centerline, mentre ci sono anche due linee perpendicolari, chiamate teeline. Il punto a cui bisogna avvicinarsi con le stones per fare i punti si chiama tee o button. Le scope, come abbiamo visto a Pechino 2022, hanno un ruolo decisivo e ne esistono di diversi modelli, ogni giocatore indossa una scarpa con una suola scivolosa e un'altra che fa presa sul ghiaccio e la parte che piace di più spesso è il measuring, ovvero il momento in cui si cerca di capire qual è la stone più vicino al button.

La squadra che in questi anni ha dominato la specialità è stato il Canada soprattutto nel settore maschile, mentre in quella femminile è arrivata a medaglia cinque volte su sei partecipazioni olimpiche la Svezia. Il doppio misto in cui hanno dato spettacolo Amos Mosaner e Stefania Constantini in questi giorni è stato introdotto solo dai Giochi di Pyeongchang 2018, vinto di nuovo dal Canada con John Morris, argento per la svizzera di Jenny Perret e Martin Rios e bronzo norvegese con Kristin Skaslien e Magnus Medregotten.

Li citiamo perché i nostri azzurri li hanno battuti tutti e in finale hanno superato di nuovo i norvegesi, facendo esplodere tutti noi. Adesso è importante seguire la scia e immaginarci una nazione del curling. Non abbiamo tanti laghi ghiacciati e nemmeno una lunga tradizione, ma grazie a un oro olimpica la voglia di emulazione di sicuro muoverà tanti a provare questo fantastico sport.

In questo momento i tesserati del curling italiano sono 333, una delle federazioni con il minor numero di iscritti anche a causa della difficoltà logistica di praticarlo, con 89 donne, 244 uomini, divisi in 93 under 21 e 240 senior. Le società affiliate alla Fisg (Federazione italiana sport del ghiaccio) per il settore curling sono 28. Gli impianti destinati in Italia sono a Pinerolo, Courmayeur, Torino, Bormio, Cembra, Cortina, Claut. Quelli non dedicati prettamente al curling ma in cui è possibile giocare sono invece a Sesto S. Giovanni, Chiavenna e Madesimo. I numeri sono bassi, eppure da questi numeri abbiamo tirato fuori due campioni olimpici (e c'è anche la squadra maschile qualificata ai Giochi). Questo oro può farci crescere in strutture, praticanti e appassionati. Iniziamo però a non chiamarlo più “bocce sul ghiaccio”.

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