136 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito
Olimpiadi invernali 2022 a Pechino

I metodi feroci di Eteri Tutberidze: baby pattinatrici portate allo stremo oltre ogni limite

Eteri Tutberidze allenatrice di Kamila Valieva, dopo il caso della 15enne alle Olimpiadi invernali ha fatto discutere. Sotto la lente d’ingrandimento i suoi metodi particolari.
A cura di Marco Beltrami
136 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

Le lacrime e la disperazione di Kamila Valieva alle Olimpiadi invernali di Pechino hanno rappresentato un pugno nello stomaco per tutti gli appassionati di sport. Ancor più avvilente è stato assistere alla reazione dopo il flop di questa 15enne, travolta dalle polemiche e dalla pressione per il dietrofront sulla sua squalifica per doping, della sua allenatrice ovvero Eteri Tutberidze. La classe 1974 si è dimostrata dura proprio come il ghiaccio su cui si sono esibite le sue atlete, e invece di consolare la Valieva, emotivamente distrutta, l'ha attaccata chiedendole i motivi dei suoi errori e del suo spirito poco combattivo.

Eteri Tutberidze invece di consolare, attacca la Valieva

"Perché l'hai lasciato andare? Spiegamelo, perché? Perché hai smesso completamente di combattere?". Così la Tutberidze ha incalzato la 15enne che ha pagato dazio al braccio di ferro tra la Russia, che si è difesa dalle accuse di un possibile nuovo caso di doping di Stato e il Comitato Olimpico che dopo la sospensione della squalifica ha messo comunque sub iudice i risultati della Valieva. Quest'ultima dunque nuovo fenomeno del pattinaggio sul ghiaccio e candidata alla vittoria finale, non ha retto la situazione come confermato da errori plateali e cadute. E alla sua allenatrice non è bastato nemmeno vedere sul primo e sul secondo gradino del podio, le sue altre due atlete Shcherbakova e Trusova (con quest'ultima che ha anche avuto una crisi isterica dopo l'argento), per consolare la Valieva arrivata quarta.

Chi è Eteri Tutberidze, la feroce allenatrice delle baby pattinatrici russe

La sua unica difesa dunque nei confronti della sua allieva, resta quella di pochi giorni prima, quando all'agenzia di stampa russa (raramente parla ad altri canali), aveva preso le parti della 15enne ma più per spegnere i dubbi su un nuovo caso di doping di Stato che per la ragazzina. Quanto accaduto al termine della gara ha nuovamente acceso i riflettori su Eteri Tutberidze, personaggio molto controverso del pattinaggio e dello sport russo. Insomma tutta questa vicenda non ha fatto altro che accendere nuovamente riflettori su questo controverso personaggio dalla storia molto particolare. Nata a Mosca da padre georgiano e madre di origine russa e armena, quinta di cinque figli, Eteri grande appassionata di pattinaggio artistico è stata costretta ad abbandonare la carriera a causa di un infortunio alla schiena.

L'attentato negli Stati Uniti e l'inizio della carriera da coach

Trasferitasi negli Stati Uniti come parte di un contingente russo che faceva spettacoli sul ghiaccio ha vissuto in un'organizzazione ecumenica a Oklahoma City. Qui la sua vita rischiò di essere segnata per sempre da un attentato: nel 1995 il terrorista anti-governativo Timothy McVeigh fece esplodere bombe contro l'edificio federale uccidendo 168 persone. Eteri riuscì a scampare all'attentato ricevendo 1200 dollari dallo Stato come risarcimento. Ecco allora, dopo aver comprato un'auto ed essersi trasferita, l'inizio della sua carriera da allenatrice, con tra i suoi futuri allievi anche la figlia Diana Davis componente della squadra russa di danza.

Immagine

I metodi duri e particolari della Tutberidze con le Eteri Girls

La sua carriera è stata una rapida escalation di successi, con le sue atlete che hanno conquistato titoli a ripetizione (nel 2020, Tutberidze ha vinto il premio "Coach of the Year" dell'International Skating Union). A far discutere però sono sempre stati i suoi metodi, duri e molto particolari. Negli ultimi anni le ragazze allenate dalla Tutberidze, ribattezzate come le "Eteri girls" hanno reso leggendaria la pista di pattinaggio moscovita Sambo-70. Qui la coach tira su le allieve più promettenti, preparandole per le Olimpiadi. Non è un caso che dopo i successi a livello juniores infatti siano arrivati quelli olimpici. Con la Tutberidze che ha guidato le ultime tre vincitrici delle medaglie d'oro nel pattinaggio nei rispettivi Giochi: dalla quindicenne Julia Lipnitskaia a Sochi 2014, "la ragazza con il cappotto rosso", alla connazionale Alina Zagitova (con l'argento della 18enne Medvedev), fino alla Shcherbakova oro a Pechino.

Il pattinaggio artistico femminile, segnato dal lavoro della Tutberidze, è dominato dalle ragazze russe in età prepuberale. I metodi dell'allenatrice per fare di queste ragazzine delle campionesse sono molto duri e hanno sollevato molte polemiche. Le Eteri Girls hanno infatti spiegato apertamente di non poter bere acqua durante le competizioni o di ritardare la pubertà mangiando solo nutrienti in polvere e il "lupron" un bloccante noto per indurre alla menopausa. Con corpi più piccoli e leggeri, le possibilità di competere a più alti livelli nella ginnastica elité sono più alte.

A tutto questo poi sono da aggiungere le durissime prove fisiche, con la Tutberidze che anche per abituare le sue allieve a reggere la pressione fa ricorso ad abusi verbali, costringendole ad allenarsi anche quando non sono al top della forma senza mai potersi lamentare (ha fatto discutere la collaborazione con il controverso medico sportivo Filipp Shvetsky, che è stato escluso dalla squadra di canottaggio russa nel 2007 dopo un'indagine sul doping). In quest'ottica lo spirito di squadra non esiste, visto che Eteri spinge ognuna delle sue pattinatrici ad andare oltre la sana competizione con le connazionali, mettendole una contro l'altra.

Il clamoroso caso di Adian Pitkeev

Uno degli esempi più eclatanti del modus operandi di Eteri, è il caso di Adian Pitkeev, che in occasione dei campionati nazionali russi del 2016 fu costretto a imbottirsi di morfina per gareggiare nonostante un infortunio. Questo non gli impedì di cadere, rompendosi gravemente la colonna vertebrale. Inizialmente il ragazzo non si rese conto dell’accaduto essendo sotto effetto di sostanze e pur di non deludere l’allenatrice di cui temeva l’ira continuò a gareggiare compromettendo la situazione. La frattura fu così grave che pose fine alla sua carriera. La Tutberidze davanti alle telecamere con una freddezza simile a quella vista con la Valieva, disse al ragazzo di “sistemarsi la faccia”, cancellando le lacrime dal suo volto e poi gli diede le colpe del suo flop.

Nel 2019 Anastasiia Sergeevna Shabotova ex atleta russa passata poi a competere per l'Ucraina in una diretta Instagram Live, come riportato da Slate.com, dichiarò: "Come esibirsi in modo coerente? Bevi molta droga e ti esibisci in modo stabile. È tutto. Devi solo bere la droga giusta". Nonostante tutto però gli addetti ai lavori e anche le organizzazioni di categoria hanno sempre elogiato pubblicamente la Tutberidze, che comunque ha dimostrato di avere dalla sua i risultati. Ma a che prezzo? Il caso della Valieva ha nuovamente fatto filtrare la luce sulla cortina di fumo, che copre situazioni che con il vero sport, non hanno niente a che fare.

136 CONDIVISIONI
185 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views