video suggerito
video suggerito

Sarah Sjostrom partorisce all’esterno dell’ospedale: “Credevo che non sarei sopravvissuta”

La campionessa olimpica Sjostrom ha dato alla luce il suo piccolo Adrian sul vialetto che porta all’ospedale: “Il dolore era indescrivibile, È nato proprio lì nel caos fuori dall’ingresso dell’ospedale in ambulanza”
A cura di Ada Cotugno
0 CONDIVISIONI
Immagine

Sarah Sjostrom ha festeggiato l'arrivo di suoi figlio Adrian, un momento toccante che però non è avvenuto proprio secondo i piani. La campionessa olimpica di nuoto ha dato alla luce il suo bambino proprio alle porte dell'ospedale dopo una corsa folle in ambulanza: le contrazioni l'hanno sorpresa mentre era a casa sua e non era pronta affatto per cominciare il travaglio, concluso sul vialetto d'ingresso del Södersjukhuset di Stoccolma. La nuotatrice ha raccontato tutta la storia sul suo profilo Instagram, pubblicando anche una tenera foto con il piccolo Adrian tra le braccia.

Sjostrom racconta il suo parto complicato

La brutta notte vissuta dalla sportiva è soltanto un ricordo adesso che può stringere il suo bambino, nato dall'amore con lo  schermidore svedese Johan de Jong Skierus. Il neonato è nato sul vialetto che conduceva all'ingresso dell'ospedale in circostanze straordinarie, dato che i medici non pensavano che Sjostrom potesse partorire così in fretta dopo l'ultimo controllo: "Ho iniziato a sanguinare e abbiamo subito chiamato il reparto parto dell'ospedale dove dovevamo andare, l'ostetrica probabilmente ha riconosciuto dal mio respiro attraverso il telefono che ero già in fase di spinta, e per fortuna ha insistito per mandarci un'ambulanza".

Da lì è cominciata la folle corsa in ospedale per arrivare in tempo, scandita dal dolore e dalla paura di non farcela. Sjostrom ha vissuto momenti molto difficili e alla fine ha dato alla luce il suo bambino appena scesa dall'ambulanza, mentre era ancora in strada: "Il dolore era indescrivibile, troppo tardi per qualsiasi antidolorifico come avevo pianificato di fare. Ho creduto veramente che non sarei sopravvissuta. Quando siamo arrivati le porte dell'ambulanza sono state aperte e il nostro bambino stava già uscendo. È nato proprio lì nel caos fuori dall'ingresso dell'ospedale in ambulanza". La paura ha fatto largo alla gioia immensa quando i medici le hanno messo il bambino tra le braccia il lieto fine di tutta la storia: "Il momento che ha cambiato tutto: quando è stato messo sul mio petto e abbiamo sentito il suo primissimo grido".

0 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views