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Perché Mercedes va in pista con tubi sul muso della W16 nei test F1: solo la Ferrari è già pronta

Nei test Pirelli di Abu Dhabi dedicati alle gomme 2026, la Mercedes ha stupito portando in pista una W16 mule car con attuatori idraulici esterni sul muso per simulare l’aerodinamica attiva. Una soluzione grezza che evidenzia il ritardo tecnico rispetto alla Ferrari, già avanti nello sviluppo del nuovo regolamento.
A cura di Michele Mazzeo
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Il mondiale 2025 è appena finito, ma la Formula 1 si è rimessa in moto ad Abu Dhabi per i test post-stagionali Pirelli, con lo sguardo già proiettato al cambio regolamentare del 2026.

In pista sono scese mule car derivate dalle monoposto utilizzate in quest'ultima stagione ma profondamente modificate, con ali molto scariche per simulare il comportamento delle vetture della nuova era.

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Mercedes sperimenta: a cosa servono i tubi sporgenti sul muso della W16

A colpire è stata soprattutto la Mercedes, che ha fatto debuttare sulla W16 mule car una configurazione inedita: due tubi idraulici sporgenti dal muso, collegati a un sistema che muove l'ultimo flap dell'ala anteriore. Una soluzione pensata per replicare quella che nel 2026 diventerà l'aerodinamica attiva, con l'abolizione del DRS tradizionale e l'introduzione delle modalità X-Mode e Z-Mode.

Dal punto di vista tecnico, però, l'approccio Mercedes appare chiaramente provvisorio. Gli attuatori sono esterni, visibili, invasivi per il flusso frontale: un compromesso funzionale, utile per raccogliere dati, ma lontano da una soluzione definitiva. La sensazione è che a Brackley si stia ancora lavorando sulla correlazione dei concetti, più che su un progetto già maturo.

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Ferrari ha anticipato tutti: sistema nascosto e sviluppo avanzato

Il confronto con la Ferrari è impietoso. La scuderia di Maranello aveva già introdotto un sistema analogo dall'inizio dell'estate, nei test Pirelli di Fiorano, Ungheria e Mugello. Anche ad Abu Dhabi la SF-25 mule car utilizza attuatori idraulici, ma completamente integrati sotto il muso, invisibili e aerodinamicamente puliti.

È una differenza che racconta molto dello stato dei lavori: Ferrari ha già imboccato con decisione la strada del 2026, mentre Mercedes sta ancora sperimentando soluzioni "artigianali" autorizzate dalla FIA solo per consentire a Pirelli di raccogliere dati attendibili sulle nuove mescole.

Non è un caso che Maranello abbia rimesso in pista anche il volante prototipo 2026, con cui Charles Leclerc aveva girato nelle libere a Yas Marina, e che stia utilizzando una configurazione meccanica ormai consolidata, compresa la sospensione posteriore introdotta a Spa.

Test rivelatori: il 2026 è già iniziato

Questi test non servono solo a Pirelli. Sono un indicatore chiaro di chi ha già da tempo spostato risorse e sviluppo sul 2026 e chi, invece, è ancora in una fase esplorativa. Con vetture che cambieranno radicalmente (power unit 50% elettriche, carburante 100% sostenibile, aerodinamica attiva e niente DRS) il tempo diventa il vero fattore chiave.

La Mercedes raccoglie dati, la Ferrari li sta già raffinando. E i tubi sporgenti sul muso della W16 sono il simbolo più evidente di questa differenza.

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