Max Verstappen ha nascosto un messaggio segreto nel suo nuovo numero in F1: perché non è solo un 3

Il numero di gara di Max Verstappen cambia, ma il significato resta lo stesso. Dal 2026 il pilota olandese non potrà più utilizzare l'iconico numero 1, destinato al nuovo campione del mondo Lando Norris, che lascerà il suo storico 4 per indossare il simbolo riservato al detentore del titolo piloti. Il 28enne di Hasselt, invece, correrà col numero 3, quello che avrebbe voluto fin dal suo debutto in Formula 1.
La scelta, però, non è solo formale. Nel design ufficiale del nuovo 3, condiviso sui social dalla Red Bull, un fan ha notato un dettaglio sorprendente: ruotando la grafica di 180 gradi, all'interno del numero emerge chiaramente un "1" stilizzato. Un messaggio nascosto, diventato virale, che racconta molto più di quanto sembri.
La scoperta è stata rilanciata da Behnaz Shamsini, senior brand designer di Red Bull Racing, che ha ricondiviso l'immagine senza commenti, limitandosi a un'emoji con gli occhiali da sole. Nessuna conferma ufficiale, nessuna smentita: quanto basta per alimentare la lettura simbolica dell'operazione.

Il numero 3 è da sempre quello preferito da Verstappen. Nel 2015, al suo arrivo in F1, non poté sceglierlo perché era già stato assegnato a Daniel Ricciardo. Da qui la nascita del 33, diventato il suo marchio fino alla conquista del primo titolo mondiale nel 2021 e al passaggio al numero 1. Ora che il 3 è di nuovo disponibile, il cerchio si chiude.
Ma quel dettaglio grafico racconta anche altro: Verstappen rinuncia ufficialmente all'1, ma non alla sua identità da campione. Il riferimento nascosto richiama una lunga tradizione del motorsport e del branding sportivo (come il vecchio logo della Formula 1 con l'1 "invisibile") e rafforza il legame tra pilota, tifosi e immagine.

Nel 2026 Max correrà quindi con il numero 3, ma continuerà a portarsi addosso, anche visivamente, il peso simbolico del numero 1. Un messaggio sottile, coerente con il suo modo di vivere il motorsport: meno parole, più fatti. E la promessa, nemmeno troppo nascosta, di voler tornare presto a meritarselo anche in pista.