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Il personaggio di Brad Pitt nel film sulla F1 esiste davvero: l’ha fermato un drammatico incidente

La storia di Brad Pitt nel film F1 the Movie è ispirata a quella di Martin Donnelly, pilota irlandese che nel 1990 con la Lotus fu autore di uno degli incidenti più cruenti nella storia della Formula 1.
A cura di Alessio Morra
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L'attesissimo film F1: the Movie è uscito da qualche giorno, è un grande successo al botteghino. Successo meritato, perché il film è davvero bello. Certo, i puristi potranno obiettare su alcune scelte in puro stile Hollywood, ma il cinema è anche questo. Grande protagonista è Brad Pitt, che interpreta il ruolo di un pilota sessantenne Sonny Hayes, un simpatico scavezzacollo. La storia iniziale di Hayes è ispirata a quella di un pilota vero, Martin Donnelly che fu coinvolto in uno degli incidenti più terribili e cruenti nella storia della Formula 1. Il pilota irlandese ora è tornato in auge, e le immagini di quell'incidente sono diventate popolarissime.

Il terrificante incidente di Donnelly del 1990

La Formula 1, purtroppo, è piena di gravi incidenti, alcuni letali, altri drammatici, come quello di Niki Lauda al Nurburgring. E come quello di Martin Donnelly, che nel 1990 era uno dei piloti della Lotus, storica scuderia che in quella stagione per via della sponsorizzazione era tutta gialla. Donnelly non aveva a disposizione una vettura di grido, ma era un pilota di buon livello che vide cambiare drasticamente la sua vita il 28 settembre, nel venerdì del Gran Premio di Spagna, che all'epoca si teneva a Jerez de la Frontera.

Il pilota inglese sbalzato dalla Lotus sulla pista

Donnelly nelle qualifiche del venerdì finì sul cordolo e perse il controllo della sua Lotus a oltre 240 chilometri orari, l'impatto contro le barriere fu terribile. Una cosa veramente mai vista. Abitacolo distrutto, avantreno pure. Il pilota viene sbalzato dalla sua vettura e finisce sulla pista, fermo, immobile. La monoscocca si disintegra, ma Donnelly resta legato al sedile. Si teme naturalmente il peggio.

Martin Donnelly a terra, sobbalzato dalla sua Lotus, dopo il terribile incidente di Jerez del 1990.
Martin Donnelly a terra, sobbalzato dalla sua Lotus, dopo il terribile incidente di Jerez del 1990.

Polmone perforato, gambe rotte. Il cuore di Donnelly si ferma tre volte

Le prove sono sospese. Ayrton Senna passa di lì e si ferma, prova a capire, non cerca di soccorrerlo, ma osserva la scena. Donnelly si procura fratture multiple alle gambe, rotte entrambe, fratture alle clavicole, un polmone collassato, trauma cranico, lesioni interne. Quando arriva il dottor Sid Watkins la situazione è grave. Il volto di Donnelly è blu, ha ingoiato la lingua, è in coma, viene ricoverato in prognosi riservata prima a Siviglia, poi a Londra. Mentre è in coma farmacologico un sacerdote gli dà l'estrema unzione. In ospedale ci resta per mesi. Evita la morte per miracolo. Durante il periodo in coma il suo cuore di ferma due volte. E il suo cuore si era fermato anche durante la prima operazione.

La telefonata di Lewis Hamilton a Donnelly

Si rimette in sesto l'irlandese, ci riprova, una volta, guidando la Jordan a Silverstone all'inizio del 1993. Capisce di non poter più guidare e si dedica ad altro, pur rimanendo sempre nel mondo del motorsport. La sua vita procede da quel momento, grosso modo, sulla stessa linea, fino a quando un sabato sera di un paio d'anni fa Donnelly riceve una telefonata inaspettata.

Una telefonata da un numero sconosciuto, che era di Lewis Hamilton. "Mi ha detto sono Lewis. Io gli ho detto, Lewis chi?". L'inglese è uno dei produttori del film e suggerì che la storia del personaggio di Brad Pitt, alias Sonny Hayes, si ispirasse al drammatico incidente di Donnelly, e non a quello di Berger (di Imola 1989), che evidentemente era stata presa in considerazione.

E la consulenza a Brad Pitt: "Mi ha definito un eroe"

Senza fare spoiler, nel film in un paio di occasioni si vedono quelle immagini, quelle dell'incidente di Donnelly, che ha dato un contributo anche nel momento delle riprese. Nell'intervista rilasciata alla BBC l'ex pilota, oggi 61enne, ha raccontato di aver incontrato Pitt mentre si girava il film e di aver consigliato l'attore americano: "A un certo punto mi ha detto. Ehi Martin dove dovrei mettermi. E ha fatto esattamente quello che gli ho suggerito. Alla premiere ci siamo incontrati, pubblicamente mi ha definito un eroe, ha chiacchierato anche con i miei figli".

Quel drammatico incidente a Donnelly ha tolto la carriera in Formula 1, ma dopo oltre trent'anni gli ha ridato una grande popolarità. Anche se lui, l'irlandese, il senso della vita non lo ha mai perso. Nell'intervista alla BBC ha parlato anche di Senna, che andò a trovarlo in ospedale e gli offrì anche un supporto economico: "Quando lui morì, nel 1994, capiì che non era più tempo di pensare a correre in Formula 1".

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