Ha collezionato più punti (persi) sulla patente che in campionato. Basta questa battuta, cattivissima, per spiegare quanto sia stato negativo per Sebastian Vettel l'approccio al Mondiale di Formula 1. Eliminato in Q1, penalizzato di 5 posizioni in griglia, gara non esaltante in Bahrein a causa anche dei pist-stop mal congegnati, infine l'incidente con Ocon con il quale ha toccato il punto più basso di una giornata da dimenticare.

Se in Ferrari s'era detto privo di stimoli, perché sapeva già che la Scuderia non avrebbe puntato su di lui, il debutto in Aston Martin è stato durissimo. Cosa è successo al quattro volte campione del mondo? L'ex pilota inglese, Damon Hill (iridato nel '96, vincitore di 22 Gran Premi in carriera), non ha usato giri di parole per spiegare la situazione in cui si trova il tedesco.

Il male oscuro che tormenta il tedesco è di tipo psicologico. Nulla di grave a livello umano ma un ostacolo per la resa sportiva, agonistica. Non reagisce bene sotto pressione e, soprattutto, soffre perché la vettura che guida non gli garantisce quelle prestazioni necessarie per mostrare al Circus quale sia (ancora) il suo valore. Insomma Seb non può essere competitivo e questa cosa lo turba. Ecco perché Hill, durante un podcast di F1 Nation, spiega che l'unico modo per lasciare alle spalle i tormenti è "liberarsi di tutti i demoni che ha dentro di sé. Quello che gli sta accadendo è orribile da vedere. Non merita tutto questo".

L'ex pilota inglese descrive questa fase della carriera di Vettel con un esempio emblematico: è come fosse la pignatta (la pentola di terracotta) che i bambini battono con le mazze per ricavarne qualcosa… Insomma, dalle sue difficoltà traggono vantaggio tutti gli altri. "Lo stanno riducendo a poltiglia – ha aggiunto Hill -. Temo che peggiorerà, deve liberarsi di tutti quei sentimenti negativi e cattivi. Se riesce a farlo, ha tutte le qualità per competere Hamilton e Verstappen".

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