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Ben Sulayem resta presidente FIA senza bisogno di elezioni: c’è un oscuro cavillo nel regolamento

Un oscuro cavillo nel regolamento FIA ha impedito a ogni opposizione di candidarsi: Ben Sulayem sarà rieletto senza voto. Mayer si ritira e parla di “illusione di democrazia”.
A cura di Michele Mazzeo
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Mohammed Ben Sulayem resterà presidente della FIA senza bisogno di elezioni. A impedirne la sfida è stato un cavillo oscuro nel regolamento interno dell'organo che governa il motorsport mondiale.

La norma, che impone la presenza di vicepresidenti da tutte le aree del mondo, ha tagliato fuori tutti gli avversari e trasformato il voto in una formalità. Crescono le accuse di "illusione di democrazia" e "potere senza freni".

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Il cavillo nel regolamento che blocca le elezioni FIA

Tutti i rivali, da Tim Mayer a Laura Villars fino a Virginie Philippot, sono stati esclusi perché impossibilitati a rispettare una norma quasi sconosciuta: ogni candidato deve presentare sei vicepresidenti provenienti da ciascuna delle regioni FIA nel mondo.

Una di queste regioni, il Sud America, ha un solo rappresentante eleggibile: Fabiana Ecclestone, moglie dell'ex patron della F1 Bernie Ecclestone e già parte della squadra di Ben Sulayem. Di fatto, nessun altro candidato ha potuto presentare una lista completa, diventando ineleggibile.

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La denuncia: "È un'illusione di democrazia"

A denunciare pubblicamente la situazione è stato l'ex commissario FIA Tim Mayer, che durante il weekend del GP degli Stati Uniti ha ufficializzato il suo ritiro dalla corsa.
"Le elezioni per il presidente della FIA sono terminate. Ci sarà un solo candidato, quello in carica, e questa non è democrazia. È l'illusione della democrazia", ha dichiarato in conferenza stampa.

Mayer, figlio dell'ex manager McLaren Teddy Mayer, ha accusato l'attuale vertice di esercitare un "potere senza freni" e di aver progressivamente ridotto gli spazi di partecipazione. "Quando le elezioni vengono decise prima che le schede vengano espresse, quella non è democrazia, è teatro", ha aggiunto, annunciando la presentazione di diversi reclami etici contro il processo elettorale.

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La risposta della FIA e le accuse di governance

Dal canto suo, la FIA ha replicato definendo il proprio processo "strutturato e democratico", ricordando che "i candidati hanno avuto tempo, dal 13 giugno, per preparare le loro candidature". Tuttavia, la rigidità dei requisiti ha reso impossibile qualsiasi alternativa al presidente uscente.

La vicenda ha riacceso le critiche sulla governance dell'emiratino, già accusato in passato di concentrare troppo potere nelle sue mani e in quelle del Senato FIA. Il presidente di Motorsport UK, David Richards, ha parlato apertamente di "erosione della responsabilità e della buona governance", mentre l'ex vicepresidente Robert Reid, dimessosi ad aprile, ha denunciato una "rottura degli standard etici" all'interno dell'organizzazione.

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Una rielezione senza voto

Il voto del 12 dicembre sarà dunque una semplice formalità. Con tutti gli altri candidati estromessi, Ben Sulayem sarà rieletto automaticamente per un secondo mandato alla guida della FIA. Un esito che lascia molti osservatori convinti che la federazione viva oggi una fase di autocrazia silenziosa, nascosta dietro la forma di un processo che di democratico ha ormai ben poco.

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