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Auto-follia: si fa impiantare la chiave sottopelle per aprire la sua Tesla

Ben Workman, appassionato di cibernetica, si è fatto impiantare il chip della sua Tesla sottopelle: ora può aprirla semplicemente appoggiando la mano destra al montante della vettura.
A cura di Valeria Aiello
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Ben Workman, appassionato di cibernetica, si è fatto impiantare il chip di apertura della sua Tesla nella mano destra / Fox13
Ben Workman, appassionato di cibernetica, si è fatto impiantare il chip di apertura della sua Tesla nella mano destra / Fox13

Ben Workman, un proprietario di Tesla che vive nello Utah, ha trovato una soluzione ingegnosa quanto estrema per non dimenticare più le chiavi della vettura ed essere sicuro di averle sempre con sé. Da qualche giorno, infatti, per aprire la sua Model 3, gli basta semplicemente appoggiare la mano sul montante dell’auto. Proprio dove avrebbe dovuto avvicinare la scheda di avviamento del modello elettrico della Casa di Elon Musk: una vera e propria follia, visto che anche i medici non hanno voluto assecondare la sua richiesta, dovendo convincere un piercer ad impiantare nella sua mano destra un apposito microchip.

Impianto sottopelle per aprire la sua Tesla

Una storia, quella del signor Workman, che in realtà, non è la prima che arriva da Oltreoceano, dove questa moda si sta diffondendo a macchia d’olio. C’è chi è riuscito a sciogliere la plastica della scheda per recuperare il chip e inserirlo in un biopolimero da farsi iniettare sottopelle. E chi, invece, come lui, ha preferito non descrivere materiali e metodi, rivelando solamente di aver fatto ricorso alla stessa tecnologia utilizzata da Apple Pay che, invece di essere presente nel suo smarthphone, si è fatto installare nella mano.

A ispirarlo, ha spiegato l’uomo a Fox13, sono state “sperimentazione e curiosità”. Un test che, in passato, lo aveva già portato ad avere altri tre impianti, uno per aprire la porta del suo ufficio, uno per accedere e spegnere il suo computer, e un terzo per condividere le sue informazioni personali. I primi due, tra l’altro, effettuati da un familiare, che gli aveva iniettato i microchip con una siringa. L’innesto della chiave Tesla, invece, si è rivelato più difficile, portandolo a doversi rivolgere a un laboratorio di piercing per effettuare l’impianto. D’altra parte, Workman ha anche un magnete sistemato nella mano sinistra che usa per qualche trucco di magia e, assicura, intende impiantare un ulteriore chip che gli permetterà di effettuare i pagamenti senza dover portare con sé alcuna carta di credito.

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