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Red Bull BORA nel ciclone sul licenziamento di Lazkano: “O sapevano del doping o sono incompetenti”

La sospensione per sospetto doping del giovane Oier Lazkano e l’immediato licenziamento in tronco da parte del suo Team, hanno scatenato il caos nel mondo del ciclismo: “O i medici sapevano ma confidavano nel silenzio, o non sono sufficientemente competenti. Restano due scenari inquietanti…”
A cura di Alessio Pediglieri
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Il licenziamento in tronco di Oier Lazkano, il giovanissimo talento spagnolo sospeso dall'UCI per anomalie costanti nel passaporto biologico – grave presupposto che implica sospetti di doping – ha scatenato il ciclone nel mondo del ciclismo. Sotto accusa la Red Bull BORA uno dei principali Team World Tour che non ha perso tempo nel rescindere unilateralmente il contratto qualche istante dopo il comunicato ufficiale dell'Unione Ciclistica Internazionale: "O sapevano cosa stava accadendo, oppure hanno uno staff medico di incompetenti" ha sottolineato l'ex ciclista Michael Rasmussen che conquistò il Tour de France 2007.

Cos'è accaduto a Lazkano: sospeso per sospetto doping, licenziato dalla BORA

Una situazione ai limiti del surreale: Oier Lazkano non corre più una gara professionistica da aprile, mentre nelle prime uscite del 2025 aveva paventato problemi fisici e la stessa BORA di una "malattia" misteriosa che lo aveva debilitato. Poi il silenzio più assoluto col Team che si è sempre rifiutato di rilasciare dichiarazioni sul neo acquisto, ingaggiato nel 2024 con un contratto fino al 2027, dopo essere stato annoverato tra i migliori talenti emergenti. Infine, il classico fulmine a ciel sereno con la sospensione dell'UCI in attesa di capire se abbia fatto uso di pratiche proibite, che ha anticipato il colpo a sorpresa del Team che lo ha licenziato su due piedi.

Rasmussen durissimo sul caso Lazkano: "Ci sono solo due scenari possibili"

Una situazione che lascia più di un dubbio e perplessità sull'avvicendamento dei fatti attorno a Lazkano, mai chiariti e densi di illazioni sul giovanissimo 25enne spagnolo. Su cui ha preso posizione particolarmente dura l'ex scalatore danese Michael Rasmussen, oggi quotato opinionista nel ciclismo: "Per quanto mi risulta, di fronte a quanto è accaduto, ci sono solo due scenari. Posso presumere che la Red Bull-BORA-hansgrohe abbia chiesto di vedere la cartella clinica di Lazkano prima della firma del contratto" ha spiegato, evidenziando la normale procedura che avviene ad ogni nuovo ingaggio.

Il sospetto attorno a Lazkano: "Significa che i team sanno e sono conniventi"

Poi, Rasmussen cala il colpo da KO: "C'è un primo scenario, in cui i medici della Red Bull-BORA-hansgrohe non erano abbastanza competenti da segnalare i sospetti, il che sarebbe stato un problema non da poco" ha iniziato per poi dare anche un'alternativa ancor più inquietante: "Lo scenario due? Gli stessi medici avrebbero potuto o dovuto segnalare i sospetti, ma evidentemente confidavano che l'Agenzia Internazionale per i Test oppure che la stessa UCI non avrebbero preso provvedimenti. In quel caso" conclude, "il problema sarebbe ancora più grande. Si aprirebbe un'area completamente nuova in cui molti corridori, con la connivenza del proprio team, potrebbero potenzialmente girare con esami del sangue anomali"

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