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Giro d'Italia 2024

Oggi al Giro arriva il Mostro: c’è da scalare lo Zoncolan, la montagna più dura d’Europa

Alla fine della seconda settimana di questo Giro d’Italia davvero ben disegnato, arriva il Monte Zoncolan, una delle salite più dure al mondo, che ha visto vincere campioni quali Gilberto Simoni e Chris Froome nel corso del tempo. Evenepoel, Vlasov e Yates cercheranno di insidiare Egan Bernal, mentre Ciccone potrà farci sognare con un’azione coraggiosa.
A cura di Jvan Sica
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Che quello del 2021 fosse un Giro d’Italia folle lo avevamo già scritto, bastava vedere altimetrie e soprattutto caratteristiche dei percorsi. Sterrati, salite messe nei punti giusti, percorsi difficili anche solo nella guida della bicicletta erano stati pensati per fare spettacolo. Poi ovviamente servivano gli attori e, nonostante un Egan Bernal che sembra essere il padrone assoluto grazie a una condizione eccezionale e a una squadra perfetta in ogni singolo componente, tanti altri hanno cercato di insidiarlo. Ci stanno provando Remco Evenpoel, con la sua storia di ritorno alle gare e in un certo senso alla vita tutta da raccontare, Vlasov, altro pezzo da novanta di un altro squadrone, l’Astana e per noi italiani ci sta provando Giulio Ciccone, coraggioso e istintivo su ogni strappetto che questo Giro gli propone. Premesso tutto questo, non abbiamo ancora visto niente. Non solo perché le montagne decisive saranno tutte nella terza settimana, ma perché alla fine di questa seconda, gli organizzatori del Giro hanno voluto mettere lì il mostro, il Monte Zoncolan.

Sul balcone delle Alpi Carniche si va a sciare d’inverno e in primavera ed estate si va in bicicletta, o meglio solo i più audaci vanno in bicicletta perché lo Zoncolan è una delle salite più dure d’Europa. Oggi la tappa parte da Cittadella, va verso la prima asperità di giornata, il Monte Rest e lì potrebbe esserci la fuga di tutti quei ciclisti che o vogliono vincere la tappa, nella speranza che dietro i big non facciano subito la voce grossa, oppure non vogliono perdere troppo tempo quando c’è da scalare lo Zoncolan, rischiando il fuori tempo massimo.

Dopo Tolmezzo e Arta Terme si arriva ai piedi della salita e qui inizia l’ascesa. La prima parte è già dura, lunga 11 km con picchi al 10-13% e una media dell’8%, ma sono i tre chilometri finali a far paura. La strada è molto stretta, la gente che ci sarà di sicuro la renderà ancora più difficile da percorrere e poi c’è la pendenza: media del 13% con parti al 20%, l’ultimo chilometro è tutto in media al 18%, con punte massime che toccano i 27%, da spaccare ogni gamba in circolazione. E per fortuna si scalerà il versante di Sutrio e non quello di Ovaro, detto “Il Kaiser”, la salita più dura d’Europa.

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Nella storia del Giro d’Italia lo Zoncolan arriva molto tardi, prima era una specie di mulattiera impossibile da scalare. Per la prima volta lo assaggiano sempre dal versante di Sutrio i ciclisti nel 2003 e c’è ancora Marco Pantani. Il Pirata non è più lui, manca davvero poco alla fine della sua vita, eppure lo affronta con l’orgoglio con cui ha sempre affrontato ogni salita e ogni sfida. Chiuderà quinto, nell’ultima grande prova della sua carriera e a vincere tappa e poi maglia sarà Gilberto Simoni.

Nel 2007 si sale da Ovaro e vince di nuovo Simoni, perfetto per queste pendenze impossibili, mentre nel 2010 vincerà una grande tappa Ivan Basso, arrivando prima di Cadel Evans e Michele Scarponi e mettendo un’ipoteca importante sul Giro. Nel 2011 l’indimenticato Michele Scarponi ci riprova, ma arriva quarto, poi terzo per la squalifica di Contador. Secondo dietro lo spagnolo Igor Antòn è Vincenzo Nibali, in crescita costante e lanciato verso le grandi vittorie che poi otterrà. Le ultime due volte che è stato scalato, lo Zoncolan ha decretato la vittoria dell’australiano Michael Rogers e del britannico Chris Froome, nell’anno in cui compierà l’impresa sullo sterrato nella tappa che si conclude a Bardonecchia e gli regalerà la maglia rosa.

Oggi a poter domare il mostro ci proveranno in tanti. Bernal è il favorito, vista una condizione meravigliosa, ma attenzione a non dare le cose per scontato con lo Zoncolan. È una salita così dura da poter mettere in difficoltà tutti per un niente, basta un rifornimento fatto male. Evenepoel, Vlasov, Yates, Hugh Carty sono perfetti per pendenze del genere e poi c’è Giulio Ciccone, il quale ha detto una cosa molto semplice già una settimana fa: “Sarà lo Zoncolan a farmi capire che cosa posso fare in questo Giro”. Noi non vediamo l’ora che tutti affrontino il mostro con coraggio e voglia di battersi.

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